Il Sole 24 Ore – 15 ottobre 2012
Il giudizio degli operatori
È un passo avanti ma resta ancora tanto lavoro da fare
IL VOTO AGLI STRUMENTI Bene gli incentivi fiscali e i nuovi contratti di lavoro, ma sono necessarie più
risorse per sostenere gli investitori
di Rosalba Reggio
«Un ottimo inizio per far partire il mercato digitale, con buone norme che intervengono in tutto il ciclo di vita delle start up, dalla nascita all’eventuale fallimento, inclusi gli incentivi fiscali». Enrico Gasperini, fondatore e presidente di Digital Magics, investment company che opera come venture incubator privato, giudica positivamente l’agenda digitale del Governo e le novità normative che intervengono sulle nuove imprese. Ma mette in guardia da facili entusiasmi. «Per dare una vera e propria spinta al settore – aggiunge – occorrerà  avere il coraggio di fare grossi investimenti per favorire la nascita di fondi e incubatori. Come avvenuto in Israele e in tutte le principali economie europee, bisognerà infatti intervenire a monte – rafforzando il mondo degli investitori specializzati, quali fondi di seed e venture capital o di private equity – più che direttamente sulle start up». Strada percorribile anche sostenendo ulteriormente quello che già il Fondo italiano di investimento sta facendo nella sua attività di investimento in fondi di venture capital e coinvolgendo – soluzioni già anticipate dal ministro Passera – la Cassa depositi e prestiti per avere risorse aggiuntive che dovrebbero andare da 50 a 100 milioni di euro. Risorse capaci di attrarre capitali privati e di generare un effetto leva importante. «Se Israele ha, nel mondo, la maggiore percentuale di Pil generata da technology – conclude Gasperini – è perché ha lavorato alle norme per stimolare il settore circa vent’anni fa, mentre noi l’abbiamo fatto solo oggi». «Anche se quello che farà la differenza sarà la dotazione complessiva – spiega Andrea Di Camillo, managing partner di Principia sgr e componente della task force di tecnici che ha lavorato al rapporto sulle start up presentato al Governo, che ha ispirato alcune delle nuove norme – molto è stato fatto sul fronte degli incentivi fiscali agli investitori e alle imprese. Su queste ultime, però, c’è margine per ulteriori interventi in futuro. Un grande contributo allo sviluppo delle nuove imprese e dell’occupazione è rappresentato dalle novità sui contratti di lavoro. Un cambiamento passato un po’ sotto traccia, ma che potrà essere un buon viatico al sistema delle start up». «Le novità sulle Srl semplificate sono positive – spiega Pietro Bezza, founder & managing partner di Connect Ventures – ma avranno un effetto minimo nel mondo delle nuove imprese innovative. Come è successo in Francia e in Inghilterra, il vero volano per il settore è rappresentato dal capitale messo a disposizione del fondo che deve allocare risorse ai venture capital. Solo questo può fare da vero e proprio buster agli investimenti, ma anche la defiscalizzazione delle nuove imprese può aiutare la raccolta di fondi da destinare alle start up».