F La Finanza Personale – Il caso ulaola. L’artigianato italiano va online e sbarca all’estero

F La Finanza Personale – Luglio/agosto 2013.

IL CASO ULAOLA 

L’artigianato italiano va online e sbarca all’estero

Parlano i fondatori della start up che con il suo e-shop vende ed esporta chicche di eccellenza dell’artigianato
nazionale (eseguite anche su commissione), e che già pensa a replicare il modello con le specialità alimentari
italiane

di Valeria Panigada

Un nome bizzarro che incuriosisce e fa sorridere: ulaola. “E’ la storpiatura della canzone dei Beatles O-bla-dì Obla-dà che come musa ispiratrice ci ha accompagnato nei lunghi mesi di ideazione – racconta a F Pietro Masi , fondatore, insieme a Ermanna Colombini , di questa startup – a cui abbiamo volutamente aggiunto un richiamo spagnoleggiante, visto che inizialmente avevamo in progetto di effettuare la fase di internazionalizzazione verso il Sud America”. E invece ulaola, la startup digitale che promuove e vende prodotti rigorosamente Made in Italy, è nata in suolo italiano nel 2012 e solo ora sta guardando all’estero. Non al Sud America però, bensì alla Germania e verso il Nord Europa. Una espansione, che si sta realizzando dopo i buoni risultati raggiunti. A circa un anno e mezzo dalla sua nascita, ulaola propone attraverso il suo e-shop 2.000 prodotti rigorosamente Made in Italy di 200 artisti e artigiani, mentre il suo organico si è allargato arrivando a contare sette persone (dalle due iniziali).

Cosa fa e come lo fa

Il segreto di ulaola sta nell’idea, apparentemente semplice ma innovativa: vendere ed esportare all’estero solo prodotti di artigianato italiano, esaltando in un periodo di crisi quella creatività tipica dell’Italia che molti altri Paesi ci invidiano, ma che spesso non riesce ad emergere proprio perché fatta di piccole realtà di autoproduzione. “L’obiettivo non è solo quello di offrire il prodotto in sé, attuando promozioni o offerte scontatissime, o garantendo tempi di consegna rapidi, come molte realtà di e-commerce fanno. Alcuni nostri artigiani fanno i lavori su commissione per cui i tempi di consegna sono anche di 30 giorni o più, ma puntiamo a un cliente desideroso di aspettare il prodotto perché unico e di alto livello. E di logiche come la nostra non ce ne sono tante in giro”, si entusiasma Pietro. Gli artisti vengono selezionati da una squadra di esperti nei vari settori (moda, accessori, arte, design e vintage) che pescano nel tessuto artigianale del Paese chicche di eccellenza. L’idea è venuta quasi per caso, grazie alle esperienze di lavoro dei due fondatori: da una parte Pietro con la sua lunga esperienza nel campo digitale e dall’altra Ermanna, appassionata di tutto ciò che ruota intorno al Made in Italy. Un’idea che poggia su un business model altrettanto vincente, basato da una parte sulle commissioni richieste ai creativi per il servizio di logistica, servizi fotografici, gestione delle transazioni, customer care e visibilità. Dall’altra sulla percentuale pari al 12% sul prezzo di acquisto. Un modello che ha fatto registrare buoni risultati e che ha convinto addirittura uno dei maggiori incubatori d’Italia, Digital Magics, che ha deciso di acquisire una quota della startup ed entrare così nella compagine azionaria. “Abbiamo riconosciuto in ulaola – ha dichiarato Enrico Gasperini, presidente di Digital Magics – un’idea innovativa e originale che è pronta ora per la ricerca di ulteriori investitori”. L’ingresso di Digital Magics, avvenuto nei primi mesi del 2013, è stato un punto di svolta per ulaola. Grazie al supporto strategico, tecnologico e di business management messo a disposizione dall’incubatore, la startup è riuscita a sviluppare
in breve tempo una nuova piattaforma tecnologica e a puntare all’Europa, aprendo una nuova sede a Berlino. “Le competenze e il supporto strategico, tecnologico e di business management dei professionisti del Digital Magics LAB – ha spiegato Pietro Masi ci hanno consentito di rafforzare il nostro setup tecnologico e siamo pronti ora a reclutare nuovi venditori nell’ambito delle eccellenze italiane. La nostra presenza in Italia e la volontà di aprirci al mercato internazionale, partendo dalla Germania, sono gli obiettivi che abbiamo messo sul tavolo per iniziare il nuovo round di finanziamenti”.

Il futuro di ulaola

E nell’attesa di nuovi investitori che credano nel progetto, ulaola guarda oltre i confini nazionali, mettendo un piede fuori dall’Italia, a cominciare da Berlino. “La Germania – spiega l’amministratore delegato – oltre ad avere dimensioni molto interessanti, è abituata a importare prodotti italiani e presenta l’importante vantaggio del trasporto su ruota e quello della valuta comune”. Ma la scelta tiene conto anche dei progetti di espansione futuri, che i due fondatori hanno già ben chiari in mente: Austria e Svizzera (tedesca) e poi Danimarca, Finlandia e la Penisola scandinava. Paesi che “non sono rilevanti in termini numerici – precisa Pietro – ma lo sono per quanto riguarda la penetrazione di internet e soprattutto dell’e-commerce”. Solo in una fase successiva si guarderà anche all’Inghilterra e ai paesi anglosassoni, in un percorso di crescita continua. Il futuro di ulaola non parlerà però solo altre lingue, ma anche allo stomaco. C’è infatti in programma di aprire un nuovo canale, tutto dedicato ai prodotti alimentari italiani. “Stiamo finalizzando – anticipa il fondatore a F – l’accordo per aprire ulaola Food”. Il progetto, assicura l’amministratore delegato, partirà a breve con circa 50-70 venditori già pronti a mettere sulla vetrina del sito le loro primizie per un totale di 600 prodotti.

Digital Magics pronta al grande passo verso Piazza Affari
Il percorso di crescita non finisce nemmeno per Digital Magics. L’incubatore di startup dell’online, pensa a entrare in Borsa. E’ la prima volta in Italia che un venture incubator lavora al progetto di Ipo. “La quotazione all’Aim (Mercato Alternativo del Capitale, il segmento dedicato alle piccole e medie imprese italiane ad alto potenziale di crescita, ndr) – ha dichiarato Enrico Gasperini, presidente di Digital Magics – ci consentiràdi ampliare ulteriormente e industrializzare il nostro modello di business, contribuendo così alla nascita di molte nuove imprese nel settore internet e digital, che ha conosciuto negli ultimi anni una crescita senza precedenti e che in Italia crescerà a doppia cifra nei prossimi anni”. Il debutto è previsto entro la fine di luglio, dato che i primi passi sono già stati compiuti. Lo scorso maggio la società di investimento ha completato il collocamento di un prestito obbligazionario convertibile di 3 milioni di euro. L’operazione ha coinvolto una settantina di investitori (fra gli istituzionali compaiono il fondo Atlante Seed di Intesa Sanpaolo, Banca Sella e Tamburi Investment Partners), che avranno il diritto di esercitare la conversione del prestito in occasione della quotazione. “Siamo molto orgogliosi delle risposte e della fiducia avute nel collocamento del prestito – ha commentato Gasperini – e abbiamo già ricevuto le prime manifestazioni di interesse per l’Ipo”.

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