Nòva24 Il Sole 24 Ore – L’impresa di fare cultura

Nòva24 Il Sole 24 ORE – 14 luglio 2013 – “L’impresa di fare cultura”.

Nòva24 Il Sole 24 ORE – 14 luglio 2013 - “Chi crede e investe nelle attività culturali”.

Ilsole24ore.com – 14 luglio 2013 - “L’impresa di fare cultura”.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2013-07-12/limpresa-fare-cultura-213150.shtml?uuid=Ab6IkoDI

Ilsole24ore.com – 14 luglio 2013 - “Chi crede e investe nelle attività culturali”.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2013-07-14/crede-investe-attivita-culturali-140256.shtml?uuid=AbRDS9DI

L’impresa di fare cultura 

Molte le idee e le iniziative che si muovono nella direzione di valorizzare il sapere del nostro Paese, un settore strategico nel mercato dell’innovazione

di Simone Arcagni

È ormai chiaro che è necessario un mercato dell’innovazione fatto di imprese giovani con idee creative, ma bisogna anche capire quali sono le reali opportunità e come svilupparle. Il primo step è individuare idee innovative, facendo scouting con i contest o servendosi del web che offre piattaforme per il crowdfunding e il crowdsourcing e community come i FabLab che sostengono l’open source. Il secondo è la ricerca di capitale. Un ulteriore tassello è la possibilità di presentare il progetto a realtà produttive interessate: Faber, per esempio, è un concorso rivolto a giovani nei campi animazione, web e app, visual e graphic design, che premia i vincitori con la partecipazione a un salone professionale che fa incontrare creativi e imprese. Lo Stato, con una legislazione sulle Startup, promuove la collaborazione tra università, centri di ricerca e aziende: il bando startup del Miur, rivolto alle giovani Pmi delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) le invita a presentare progetti di ricerca e innovazione per individuare soluzioni per lo sviluppo sociale ed economico dei territori, indicando, tra l’altro, come strategici i beni culturali e la cultura.

Molte le startup che si muovono in questa direzione: CreaMi (della casa di produzione «Non chiederci la parola» con il contributo determinante della Fondazione Cariplo), ha un’app che permette di creare e fruire in maniera social percorsi artistici e culturali realizzati dagli utenti che girano brevi video. Plannify, invece, suggerisce in maniera partecipata e condivisa eventi come teatro, cinema e concerti. Ciò significa valorizzare la cultura del nostro paese, proprio come fa LeoHub, un centro per la ricerca sulle tecnologie applicate ai beni culturali. Tra i suoi progetti c’è Aequilibrium-L’Ultimo Custode di Leonardo, un Alternate reality game (Arg) che si sviluppa in parte online e in parte nello spazio fisico. Il gioco sperimenta i linguaggi della crossmedialità nell’ambito della promozione e valorizzazione del territorio e si pone inoltre come un interessante modello di educational.

Per Mario Antonaci, Ceo di Annoluce una giovane società di consulenza Ict che lavora in ambito culturale, ci sono ancora diversi problemi: «In Italia le società neo-costituite rischiano di trovare sbarrata la strada dell’accesso al credito. Le norme Basilea II le considerano ad altissimo rischio di fallimento nel primo anno. A questo si somma il carico fiscale del primo anno (anticipo secondo anno) che ne rende ardua la gestione finanziaria». Insomma la Silicon Valley resta un sogno? «L’Italia deve fare sistema altrimenti il pericolo è la frammentazione della capacità produttiva di un sistema costituito da startup, che senza un’adeguata politica di networking potrebbero rapidamente perdere la loro spinta innovativa e spegnersi».

 

Chi crede e investe nelle attività culturali

INCUBATORI

di Simone Arcagni

Riguardo le startup in Italia si sta facendo molto ma siamo ancora carenti in sinergia, assistenza economica e gestionale. E qui intervengono gli incubatori come Fondazione Unipolis che, con il concorso «Culturability, fare insieme in cooperativa», premia (200.000 euro in palio) startup culturali e creative realizzate da giovani e offre una rete di partner per l’accompagnamento alla creazione del progetto. Similmente Fondazione Cariplo, in accordo con la Regione Lombardia, promuove il progetto «Ic-Innovazione Culturale» (presentazione il 16 luglio a Milano): si cercano giovani creativi al fine di valorizzare i beni e le attività culturali e rilanciare l’economia. Perché le startup sono una risorsa economica che può alimentare un mercato sempre più interessante. Ne è convinta Digital Magics, incubatore di startup innovative che ha già avviato 36 startup investendo oltre 10 milioni di euro, e che ora si prepara alla quotazione all’Aim, Mercato alternativo del capitale di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese italiane ad alto potenziale di crescita. Un ruolo centrale lo svolgono anche gli incubatori e gli acceleratori universitari: Polihub-StartUp District&Incubator è l’incubatore del Politecnico di Milano e promuove, in collaborazione con Sap Ventures, “Startup Focus” che premia i progetti più innovativi riguardanti Big Data, Real Time e Predictive Analysis, occupandosi di supportare i progetti e metterli in contatto con imprese ed esperti. Si attrezza anche il Sud: a settembre si potranno chiedere le agevolazioni Smart&Start, il nuovo incentivo del ministero dello Sviluppo economico che promuove la nascita di nuove imprese in meridione. Mentre a Palermo è attivo il Consorzio Arca, un incubatore nato da Università di Palermo, Associazione Sintesi e Easy Integrazione di Sistemi. Tra le startup supportate c’è anche Informamuse che ha vinto il «Talento delle Idee» di Unicredit, un acceleratore di imprese votato a un fattore che sarà sempre più determinante: il risalto internazionale.

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