CorrierEconomia – Ecommerce Un portale per le eccellenze artigiane

CorrierEconomia – 12 maggio 2014

Sul web L’iniziativa di Confartigianato per favorire l’export delle Pmi

Ecommerce Un portale per le eccellenze artigiane

Solo il 5% vende in rete contro il 14% della media europea

di Isidoro Trovato

La nuova frontiera è digitale. Le imprese italiane, dopo aver esportato in tutto il mondo, vanno alla conquista del sesto continente: il web. Confindustria ha da poco annunciato Storytalia, Amazon da tempo sta studiando un progetto per l’ecommerce, così come Yoox che già propone grandi marchi del lusso ai navigatori online. Anche Google ha avviato un programma sui distretti del made in Italy da valorizzare in Rete, segnale evidente che il brand funziona e che gli utenti internazionali (più avvezzi agli acquisti sul web) offrono ottime risposte di mercato. Il filone aureo (almeno potenzialmente) non poteva sfuggire a Confartigianato che da tempo studia questo settore è adesso presenta il suo progetto tutto tarato sull’ecommerce. L’associazione artigiana ha siglato un accordo con Digital Magics,incubatore certificato di startup  innovative quotato sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana, e ulaola, startup incubata che promuove e vende in Italia e all’estero prodotti made in Italy. L’obiettivo dichiarato è quello di favorire l’internazionalizzazione e la digitalizzazione di attività e di prodotti che rappresentano l’eccellenza. «Il futuro artigianale passerà sempre più per il digitale— afferma Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato — L’Italia sarà sempre di più un Paese di esportazione e le nostre eccellenze saranno i veri ambasciatori di questa realtà. Le imprese dovranno utilizzare le nuove tecnologie per accompagnare lo sforzo di vendita nei Paesi stranieri. Ulaola ci sembra uno degli strumenti più adatti per iniziar questo processo. L’accordo prevede inoltre per Confartigianato e per Digital Magics una collaborazione continuativa allo scopo di rafforzare l’anima digitale della Confederazione».

Su misura per il web 

In Italia però l’ecommerce ha ancora una diffusione minoritaria anche se l’obiettivo concreto è superare lo spread di piccole imprese italiane che vendono online, fermo oggi al 5% a fronte della media europea del 14%, con punte del 22% in Germania, mentre la Francia è all’11%. Più Italia quindi ma soprattutto più estero per piccole realtà che, spendendo meno di mille euro, potranno avere una vetrina che si affaccia su mercati privilegiati: la previsione nel piano a 5 anni è di coprire l’Europa, a partire dai «Nordics» che hanno il maggiore numero di online shopper, per arrivare agli Stati Uniti nel 2018. «La caratteristica che ci distinguerà dagli altri — spiega Fumagalli — è che il nostro ecommerce è fatto su misura anche per piccoli artigiani che non avrebbero altro modo per saggiare mercati esteri. Lo stesso vale per chi realizza pezzi unici e quindi non ha un magazzino a disposizione. Il nostro obiettivo non è quello di presentare un freddo catalogo dell’artigianalità ma di proporre eccellenze italiane che abbiano alle spalle una storia, un territorio e aspetti immateriali».

I mercati di riferimento

Per raggiungere mercati lontani e complessi servirà una rete logistica capace di sostenere anche piccole realtà. «La stiamo allestendo e sarà sperimentata già durante l’Expo — annuncia il segretario generale di Confartigianato — a Milano avremo una location Fuori Expo che proporrà ai visitatori stranieri il meglio dell’artigianalità italiana. Quella stessa rete logistica  aiuterà le nostre imprese a recapitare i prodotti dove saranno richiesti. Cercheremo, tra l’altro di rafforzare la nostra presenza on line anche per aree di prodotto: nel Regno Unito hanno una mercato interno della ceramica molto forte e quindi conviene puntare su moda e design. Nei paesi nordici i brand italiani sono molto apprezzati ed è per questo che quello sarà il primo mercato che aggrediremo con il nostro portale». Sul web finiranno le storie e i prodotti di eccellenze italiane nel settore del design, del fashion, del vintage, del cooking design e del food (escluso il fresco) in una piattaforma tecnologica speciale. Basterà a internazionalizzare le piccole imprese? Di sicuro è un buon inizio, un veicolo importante per coinvolgere chi all’estero non arriverebbe in altro modo.

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