Corriere Economia – 9 marzo 2015
Regole Nel 2014 questo strumento ha fruttato 82 milioni in Europa. In Italia ci sono 10 mila società potenzialmente interessate
Più capitali coraggiosi raccolti (anche) sul web
Si allarga la platea delle società tecnologiche ammesse all’«equity crowfunding», il finanziamento tramite portali in Rete
L’ Italia prova a fare un balzo in avanti e ad aprire alle aziende la raccolta di capitali sul web. A livello governativo, infatti, è in arrivo un pacchetto di misure che dovrebbero dare un impulso decisivo alla creazione di un ecosistema favorevole per le imprese a contenuto innovativo. A regime saranno più di 10 mila le società che beneficeranno di un mix di strumenti: accesso al credito, al capitale di rischio, agevolazioni fiscali e burocratiche. Tutte misure che dovrebbero aumentare le possibilità di renderle competitive con quelle delle economie più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, come Stati Uniti e Israele. Una delle principali novità introdotte dal decreto investimenti approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 gennaio è la creazione di una nuova categoria di imprese, le Pmi Innovative, e la possibilità , per queste, di accedere alla agevolazioni previste per le startup innovative dal decreto crescita bis del settembre del 2012. E tra queste brilla l’ equity crowdfunding , ovvero la possibilità di raccogliere capitali attraverso portali Internet. Secondo l’Università di Cambridge in collaborazione con E&Y, nel 2014, grazie a questo strumento, sono stati raccolti oltre 82 milioni di euro. Nel solo Regno Unito il portale Crowdcube in quattro anni ha contribuito a finanziare 194 imprese per un totale di 61 milioni di sterline. L’Italia è invece ancora in ritardo. Per l’osservatorio dell’ equity crowdfunding del Politecnico di Milano sono stati sinora lanciati 16 progetti, dei quali solo quattro chiusi, per una raccolta complessiva di 1,3 milioni di euro. «L’obiettivo del governo – spiega Stefano Firpo, direttore generale per la politica industriale del ministero dello Sviluppo economico – è quello di estendere i benefici delle agevolazioni previste per le startup innovative a una platea più ampia. Durante il passaggio parlamentare ci sono stati ulteriori miglioramenti. Un segnale di come si sia finalmente compreso che la normativa è solida e che può favorire la crescita del sistema industriale italiano». Secondo il ministero, con l’ultimo provvedimento il numero di società interessate sarà di almeno 10 mila rispetto alle 3.500 attuali. Tra le novità introdotte durante il cammino parlamentare, l’equiparazione del regime di circolazione delle quote di partecipazione nelle società innovative a quello delle azioni, nel caso in cui ci si avvalga dell’ equity crowdfunding per la raccolta di capitali. La piemontese Silvia Fregolent è uno dei parlamentari promotori dell’intervento: «Si è trattato di un passaggio importante per consentire un più rapido e solido flusso di finanziamento senza favorire la speculazione». Anche gli investitori giudicano positivamente le ultime novità : «Siamo soddisfatti – dichiara Enrico Gasperini, fondatore e presidente di Digital Magics, incubatore di startup innovative digitali quotato sul mercato Aim Italia -. La creazione di un mercato secondario per le quote di startup e le Pmi innovative rende la vita più facile all’investitore»