MF – 9 aprile 2015
È LA DIMENSIONE DEL CROWDFUNDING NEL MONDO. SUL TOTALE 11 MILIARDI SONO PRESTITI
Oltre 16 mld $ raccolti sul web
Lo calcola Massolution. In Europa si è arrivati a quota 3 miliardi di euro e anche qui il lending fa la parte del leone. Moody’s comincia a occuparsi del tema in vista di possibili cartolarizzazioni di portafogli, che negli Usa sono già arrivate sul mercato
di Stefania Peveraro
Le piattaforme di crowdfunding hanno raccolto 16,2 miliardi di dollari nel 2014, un incremento del 167%
rispetto ai 6,1 miliardi del 2013. Lo calcola Massolution, società di ricerca specializzata nei settore, che ha appena pubblicato il Crowdfunding Industry Report e che prevede che nel 2015 la raccolta di capitali via web raddoppierà a 34,4 miliardi. E questo grazie al traino del credito, molto più che degli investimenti in equity. Lo studio, rilanciato ieri da BeBeez.it (il sito internet promosso da Aiifi e di cui MF-Milano Finanza è media partber), grazie a una segnalazione del portale italiano Crowdfundingbuzz.com, si basa sui dati raccolti da 1.250 piattaforme di crowdfunding attive in tutto il mondo ed evidenzia che, sebbene il Nord America rappresenti ancora il mercato più importante, l’Asia sta guadagnando terreno a un ritmo impressionante (+320%, a quota 3,4 miliardi di dollari raccolti) soprattutto grazie al successo che in quell’area stanno avendo le piattaforme di crowdfunding sul debito (cossiddetto peer-topeer lending crowdfunding o P2P lending). Secondo l’European Alternative Finance Benchmarking Report della Cambridge University in collaborazione con EY, lending peer-to-peer ed equity crowdfunding hanno raccolto quasi 3 miliardi di euro in Europa nel 2014 con una crescita del 144% dagli 1,2 miliardi al 2013. Un dato, quindi, in linea con quello registrato per le piattaforme europee da Massolution di 3,6 miliardi di dollari (appunto poco meno di 3 miliardi di euro al cambio medio del 2014). Escludendo il Regno Unito, che è il Paese leader sul fronte della finanza alternativa online, il mercato per il resto d’Europa è passato dai 338 milioni del 2013 ai 620 del 2014. «Le sorprese che emergono dalla ricerca di quest’anno comprendono in primo luogo la crescita stupefacente nel mercato dei prestiti P2P e P2B in Asia, derivanti in gran parte dal mercato cinese», ha detto il fondatore di Massolution, Carl Esposti, E infatti non a caso proprio il lending crowdfunding domina il settore anche a livello globale con 11,08 miliardi di dollari raccolti, pari quindi a circa il 70% della raccolta totale. Un trend, questo, che in Italia invece non si vede, perché qui la raccolta di capitale di debito attraverso il crowdfunding è resa piuttosto complicata dalla legge bancaria, che impone una rigida vigilanza sulla concessione del credito. In particolare, non solo la concessione di credito al pubblico resta riservata ai soli soggetti vigilati da Banca d’Italia, ma anche quando chi chiede credito è un’impresa, chi glielo concede può essere, oltre a una banca, soltanto un fondo, una compagnia di assicurazioni o un veicolo di cartolarizzazione. Inoltre la normativa sui minibond riserva la possibilità di sottoscrizione, con i vantaggi fiscali e legali introdotti dal Decreto Sviluppo e successive modifiche, soltanto a investitori professionali e quindi non al pubblico retail. Non a caso in Italia c’è stato un unico esempio di piattaforma italiana di lending crowdfunding, che è Prestiamoci. Si tratta però di una società finanziaria che è stata autorizzata da Banca d’Italia per la gestione di una piattaforma di prestiti fra privati su internet. Prestiamoci lo scorso novembre è stata comprata per 5,3 milioni di euro dalla norvegese TrustBuddy International ab, quotata al Nasdaq Omx First North, sistema multilaterale di negoziazione della Borsa di Stoccolma, in un’operazione mista cash e scambio di azioni, che ha permesso al venture incubator Digital Magics e agli altri investitori di Prestiamoci di diventare azionisti di TrustBuddy. All’estero, invece, l’esperimento del lending crowdfunding anche esteso alle pmi per il momento funziona. Sempre lo studio della Cambridge University rivela che, escludendo il Regno Unito, il credito al consumo peer-topeer è il segmento di mercato più grande d’Europa, con poco meno di 275 milioni di euro nel 2014, seguito dal reward based crowdfunding (120 milioni), dal lending peer-to-peer tra imprese (93 milioni) e dall’equity crowdfunding (83 milioni). E che il fenomeno stia prendendo piede in maniera importante lo dimostra il fatto che anche un’agenzia di rating internazionale come Moody’s abbia deciso di occuparsene.
Uno dei report più recenti sul tema pubblicato lo scorso febbraio e anticipato da BeBeez.it, sottolinea che la maggior parte dei flussi di P2P lending in Europa vanno alle pmi e non ai privati, al contrario di quanto accade negli Usa. In particolare, la UK Peer-to-Peer Finance Association ha calcolato che nel Regno Unito, che è il più grande mercato d’Europa in questo settore, l’industria del P2P lending abbia erogato credito per oltre 2,1 miliardi di sterline nel 2014 raddoppiando il valore dell’erogato del 2013. Del totale circa i due terzi sono andati a pmi e il resto a privati. Uno dei casi più curiosi di lending crowdfunding nel Regno Unito è stato quello dei «burrito bond», ovvero obbligazioni della durata di cinque anni emesse dalla catena di ristoranti Chilango e offerte durante l’estate 2014 attraverso la piattaforma di crowdfunding CrowdCube. La sottoscrizione si era chiusa con una raccolta di oltre 2 milioni di sterline, anche perché oltre alla cedola pari all’8% veniva promesso un burrito gratis alla settimana per chi investiva almeno 10 mila sterline. Sullo stesso portale si sono conclusi con successo il collocamento di mini-bond effettuati da altre imprese fra cui i ristoranti River Cottage e la catena di coffee shop Taylor St Baristas. Per contro negli Usa il target principale delle piattaforme di lending crowdfunding sono i privati e si tratta in questo caso di prestiti al consumo. Negli Usa peraltro tre piattaforme (t he Lending Club, Social Finance e Prosper) sono già passate allo stadio successivo, cioè quello della cartolarizzazione dei portafogli di crediti P2P. E Moody’s avanza quindi l’ipotesi che anche in Europa la cartolarizzazione di portafogli crediti P2P possa a sua volta espandere lo spettro dei potenziali investitori. Tornando all’Italia, il ministero dello Sviluppo Economico non esclude che in futuro l’attività di lending crowdfunding possa essere permessa anche nel nostro Paese. Lo aveva detto lo scorso marzo Francesco Pacifici, membro della Segreteria tecnica del Mise, al convegno di presentazione del primo Rapporto dell’Osservatorio minibond del Politecnico di Milano: «Sia il mercato dell’equity crowdfunding sia quello dei minibond sono appena nati in Italia. Vediamo come si sviluppano e se tutto funziona. Poi potremo pensare di ampliare il range di attività in crowdfunding», aveva detto Pacifici.