MF – Cosa può fare il governo per dare un nuovo impulso allo sviluppo delle aziende innovative

MF – 13 ottobre 2015

Cosa può fare il governo per dare un nuovo impulso allo sviluppo delle aziende innovative

di Enrico Gasperini

Da sempre siamo impegnati, con le istituzioni, nel sostenere la crescita dell’Italia. La nostra

esperienza di lavoro quotidiano al fianco delle startup, oltre ai rapporti con il mondo degli investitori, ci ha indotto a riflettere sul sistema dei finanziamenti alle neoimprese digi- tali, che riteniamo siano da agevolare ulteriormente. Molto è stato già fatto dal governo, ma pensiamo non sia ancora abbastanza. Per questo abbia- mo deciso di mettere a disposizione di tutto il sistema il frutto di quello che, speriamo, possa diventare per tutti gli operatori, istituzioni o sog- getti privati, uno strumento di lavoro e di pressione che dia nuova linfa agli investimenti nelle startup. In Italia ci sono circa 173 mila aziende che ri- entrano nella definizione di imprese digitali e quasi 5 mila startup innova- tive nate nell’ultimo biennio: ogni la- voratore impegnato nel settore hi-tech ne genera cinque in altri settori. Nonostante il positivo trend di svilup- po dell’ecosistema digitale, l’insuffi- ciente capitale di rischio è la principa- le barriera allo sviluppo del settore. In Italia c’è un profondo equity gap nel finanziamento delle startup. Il Paese è secondo solo al Regno Unito per percentuale di pmi innovative, ma gli investimenti in venture capital sono decisamente sotto la media europea. L’Italia, investe nel venture capital poco più di 100 milioni l’anno, lo 0,002% del pil, rispetto a una media europea dello 0,024%.

Da qui l’idea di un libro bianco in otto punti da consegnare al governo italiano per rafforzare l’innovazione e promuovere politiche mirate allo sviluppo delle start-up digitali. Ne abbiamo già discusso alla tavola rotonda di presentazione del lavo- ro con Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, l’onorevo- le Vincenza Bruno Bossio, membro della commissione Trasporti e tele- comunicazioni e intergruppo parla- mentare per l’Innovazione, Marco Gay, presidente di Confindustria Giovani e Marco Bicocchi Pichi, presidente di Italia Startup.

A questo White Paper, promosso da Digital Magics, hanno collaborato e già aderito diverse aziende e profes- sionisti: Cattaneo Zanetto & Co., Dla Piper, Electa Group, Intermonte, Sec Relazioni Pubbliche e Istituzionali, Integrae Sim, Talent Garden, Tamburi Investment Partners. Il libro bianco in- tende essere punto di partenza per una riflessione più ampia, che coinvolga tutti i protagonisti della filiera digita- le italiana, lasciando spazio a nuovi spunti, idee, osservazioni di tutti gli operatori che vogliano condividere la stessa visione e la stessa ambizione. Gli otto punti del libro bianco partono dalle agevolazioni fiscali. Si ipotizza una revisione del credito d’imposta Irpef dal 19 fino al 40% per investi- menti in startup innovative, seguen- do il modello anglosassone. Si parla di agevolazioni fiscali per i soggetti dell’imposta sul reddito delle società (Ires), estendendone la deducibilità al 30%. Si chiede di introdurre fa- cilitazioni fiscali per le aziende che svolgono attività di Open Innovation

(come l’acquisto di prodotti/servizi da startup avanzate per l’innovazione in- terna dell’impresa) e la rimozione del- le spese amministrative. Tre le priorità del documento, la necessità di poten- ziare il crowdfunding a cominciare dal relativo regolamento Consob, ma anche di rimuovere i limiti normativi e prevedere incentivi per gli organi- smi di investimento collettivo (Oicr) e per le società di gestione del risparmio (sgr) all’investimento diretto o indiret- to in startup. Digital Magics propone anche dei Fondi aperti per garantire la raccolta di almeno 1 miliardo di euro dall’industria del risparmio. Analoga- mente, si ritiene utile la creazione di fondi matching, ad esempio con Cas- sa Depositi e Prestiti, coinvolgendo player industriali italiani, investitori istituzionali e investitori qualificati che co-investano con il fondo fino a 1 milione di euro, con possibilità di effettuare operazioni successive fino a 1,5 milioni. Per accelerare l’espan- sione internazionale delle startup italiane si prevede la creazione di un Italian Founders Institute, con la partecipazione di esperti interna- zionali, per promuovere il Digital Made in Italy tramite programmi di accelerazione e l’applicazione di agevolazioni al rimpatrio dall’estero di personale qualificato, con benefi- ci per lavoratori e imprese. Il white paper parla, infine, di armonizzare le regole d’ingaggio dei fondi regionali, per garantire un approccio sistemico e nazionale di matching dei finanzia- menti e semplificare l’accesso agli stessi.

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