La Nuvola del Lavoro – blog di Corriere.it - 10 settembre 2015
http://nuvola.corriere.it/2015/09/10/nasce-il-coworking-piu-grande-di-europa/
di Fabio Savelli
La nuova frontiera è la baby sitter a chiamata. Per le giovani mamme professioniste e freelance che ora possono prenotare una persona ad accudire i loro pargoli mentre lavorano. Al piano alto c’è la piscina. In estate in via Calabiana si può prendere il sole mentre si è in web conference con Madrid. Al piano intermedio c’è la caffetteria.
Nel seminterrato troverete 40o postazioni e persino un Fab Lab, un’officina che offrirà servizi personalizzati di fabbricazione digitale per i creativi un po’ homo faber. Costo mensile per una scrivania condivisa, compresa di laptop, computer, telefono, connessione Internet, contatti, relazioni, sala congressi, ufficio riunioni: 250 euro. Al giorno? 25 euro.
Benvenuti nell’era del lavoro mobile. Liquido. Mutevole. I lavoratori della conoscenza stanno sperimentando ovunque che l’era del posto fisso è finita da un po’ e i coworking sono i contenitori fisici di questa trasformazione. Talent Garden, per dirla con le parole del venture capitalist, Enrico Gasperini, uno dei soci di Digital Magics (l’incubatore azionista e quotato all’Aim), è la migliore realtà europea in ambito new economy.
Nasce con un capitale di 10mila euro grazie all’intuizione del fondatore Davide Dattoli, amministratore delegato di Talent Garden, e ora con il milione di euro di investimento da parte di Digital Magics sta diventando una best practice. Ha appena aperto un coworking Barcellona griffato made in Italy. Lo ha replicato in Lituania, ora l’idea è aprire spazi di lavoro condivisi in tutta Europa tranne che a Londra e Berlino dove il mercato è già inflazionato. All’inaugurazione a Milano – presto un bis con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – tutti si danno di gomito.
La sensazione è che per una volta l’Italia innova, anche su un terreno – la new economy – dove gli investimenti latitano e la banda larga è una chimera da piano governativo. Negli Stati Uniti gli spazi di coworking valgono già ora 2.800 dollari ogni 30 centimetri quadrati, più dell’edificio della General Motors, alla Fifth Avenue a New York. Secondo un recente studio di Fast Company entro il 2020 il 40% della forza lavoro sarà costituita da freelance.
Qui in via Calabiana sembra di essere un po’ nella Silicon Valley anche se lo scenario urbano è leggermente diverso con la ferrovia a farla da padrone. Di fronte c’è un ristorante che presumibilmente accoglierà proseliti, professionisti e designer a caccia di un pranzo luculliano in un quadrante della città in via di riqualificazione dopo l’investimento della fondazione Prada. Qui aveva sede la storica tipografia che nel 1842 stampò i Promessi Sposi.
Successivamente ristrutturata dall’imprenditrice italiana Marina Salamon che l’ha utilizzata come showroom. Ora la vocazione modaiola non verrà comunque archiviata. Nel coworking si faranno anche sfilate ed eventi da più di mille persone l’uno. La toponomastica urbana cambia in parallelo con la società .