Lastampa.it – Otto proposte per favorire l’innovazione in Italia

Lastampa.it – 30 ottobre

http://www.lastampa.it/2015/10/30/tecnologia/otto-proposte-per-favorire-linnovazione-in-italia-8VpUFNBizwEB9y0Xd2DcYJ/pagina.html

Otto proposte per favorire l’innovazione in Italia

Secondo i responsabili dell’incubatore Digital Magics, le agevolazioni fiscali e normative, hanno fatto nascere migliaia di imprese. Ma devono trovare le risorse per crescere

di Federico Guerrini
Dopo il forte impulso dato dal governo Monti e in particolare dal ministro Passera allo sviluppo delle imprese innovative in Italia, tramite sgravi fiscali, agevolazioni normative, snellimento delle procedure costitutive delle società, il settore delle startup non si fermato: anzi. In pochi anni sono sorte migliaia di imprese (di cui molte, come fisiologico, sono peraltro già sparite), sono nati incubatori, si sono celebrati decine e decine di corsi e concorsi.

Ma, fanno notare i responsabili dell’incubatore Digital Magics, tutto questo non basta se non si accompagna a una riflessione generale sul sostegno all’innovazione e in Italia. Una riflessione a cui la società milanese ha voluto dare il proprio contributo, con otto proposte sottoposte in questi giorni all’attenzione del pubblico.

«Inutile sottolineare che non abbiamo la presunzione – spiega l’amministratore delegato Enrico Gasperini – di determinare da soli delle scelte serve l’accordo di tutti gli attori del sistema, ma abbiamo voluto provare a stimolare la discussione su alcuni punti». Vediamoli, allora, questi otto punti.

Si va dalla revisione del credito di imposta Irpef, dal 19% fino al 30%-40% per investimenti in startup innovative alla rimozione totale delle spese amministrative tutt’ora richieste dalle Camere di Commercio, al miglioramento del regolamento Consob sull’equity crowdfunding. «Si tratta di lavorare in parte sull’imposizione fiscale e in parte sui meccanismi di matching – afferma Gasperini».

Per quanto riguarda questi ultimi, l’ipotesi è quella di lavorare assieme alla Cassa Depositi e Prestiti per la creazione di un fondo che coinvolga investitori istituzionali e partner industriali che co-investano somme fino a un milione di euro, da utilizzare poi per operazioni si sostegno finanziario al settore.

Il problema italiano, ormai noto da tempo, è infatti quello della mancanza di capitali: le imprese nascono, ma non trovano poi le risorse per quello che in gergo si definisce “scalare”, la crescita veloce e impetuosa tipica delle startup che, non a caso, sono state spesso definite come «piccole imprese con il Dna di un gigante».

All’estero, specie nel Regno Unito e in Germania, fermandoci ai rivali europei, queste risorse ci sono, e i risultati si vedono. Il confronto diventa ancora più impietoso se lo si fa con la Silicon Valley, che resta comunque un riferimento irraggiungibile quasi per chiunque.

«Si parla molto spesso degli operatori stranieri che ci portano via quote di mercato e posti di lavoro, in settori come turismo e nel commercio elettronico – dice l’imprenditore – ma ci si dimentica di dire che ce ne accorgiamo troppo spesso quando la frittata è ormai fatta, a causa della mancanza di investimenti nel made in Italy digitale».

Si pensi che l’AIM, il listino di Borsa italiana dedicato alle piccole e medie imprese, ha una capitalizzazione di 2 miliardi di euro. Per l’equivalente inglese, i miliardi sono cento. «In generale – commenta Gasperini – abbiamo un problema di sottocapitalizzazione, con imprese fortemente indebitate, e scarso ricorso all’equity. In Italia sembra che tutto congiuri per scoraggiare gli investitori, e non è il crowdfunding, con il ricorso ai piccoli risparmiatori, che può salvare la situazione. Quello semmai, è l’ultimo tassello».

Secondo Digital Magics, comunque, si può migliorare anche in quest’ultimo campo, rimuovendo ad esempio l’obbligo di sottoscrizione da parte delle banche del 5% della somma richiesta e semplificando gli adempimenti per partecipare alla raccolta fondi fra privati.

Accanto a queste misure, il “white paper” dell’incubatore meneghino propone agevolazioni fiscali per tutte le imprese nate da meno di 5 anni (non solo quelle “innovative”) e la creazione di un organismo con all’interno personalità di rilievo che funga da raccordo e coordini lo sviluppo del settore.

L’impressione è che finora ci sia dedicati soprattutto a digitalizzare la pubblica amministrazione, e meno allo sviluppo del sistema di equity e di capitale di rischio.

Un altro dei mali capitali italiani, infatti, è quello della frammentazione. «Qui in Italia si procede per lo più in ordine sparso. Ci sono molti operatori, per lo più privati, che in maniera faticosa devono capire come rapportarsi con l’economia europea». E i fondi europei finiscono in mano alle Regioni, che li gestiscono poi ognuna a modo suo. Non necessariamente un male, ma di sicuro una complicazione.

«Abbiamo già avuto molti riscontri interessanti sulle nostre proposte – chiosa Gasperini – si tratta di temi importantissimi: il digitale è un settore strategico per l’Italia e per il nostro futuro».

WordPress Lightbox Plugin
This site is registered on wpml.org as a development site.