FASI.BIZ – 27 luglio 2012
Tutti i finanziamenti per avviare una start-up: venture capital, banche, incubatori
di Marta Bonucci
Da idea a impresa solo andata. Viaggio non privo di ostacoli, soprattutto nella fase di ricerca di investimenti. L’Italia ha un sistema di finanziamenti allo sviluppo più arretrato rispetto agli USA o ad altri paesi più attenti all’innovazione, però non si può dire che manchino forme di incentivo per chi ha un’idea e vuole trasformarla in impresa innovativa. Dai prestiti bancari ai fondi pubblici, dagli incubatori d’impresa alle grande aziende che investono nelle idee, passando per i business angels. Una rassegna con i più interessanti modi per avviare una start-up.
Incubatori
Gli incubatori svolgono un ruolo decisivo nel processo di trasformazione di un’idea di business in realtà , accelerando lo sviluppo aziendale attraverso servizi e risorse.
Da Nord a Sud, fra i principali incubatori italiani vanno menzionati H-Farm di Treviso, il padovano M31, ilPolo tecnologico di Pisa, AlmaCube dell’università di Bologna e Itech, l’Incubatore sviluppato all’interno del Business Innovation Center Lazio per la creazione e lo sviluppo di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.
E proprio il fondatore di H-Farm, Riccardo Donadon, lancia Italia Startup. Una piattaforma più che un semplice incubatore d’impresa, che nasce dall’aggregazione di soggetti privati già operativi nel campo dell’innovazione, del digitale e dell’imprenditoria. Una start-up che punta sulla parte creativa e “aggressiva” dell’Italia. Ancora in versione beta – la piattaforma vera e propria verrà lanciata a maggio – Italia Startup muove i primi passi avanzando alcune proposte: detassare le operazioni di investimento nelle start-up, rivedere normative e regolamenti in modo da facilitare la raccolta di fondi, soprattutto attraverso gli strumenti del crowdfunding. E ancora, la piattaforma punta sulla semplificazione, attraverso la sostituzione degli adempimenti burocratici con semplici autocertificazioni.
Sempre per rimanere nel Lazio, da citare Enlabs, incubatore e acceleratore di impresa aperto a team imprenditoriali con idee innovative. Gli Entrepreneurship Laboratories nascono a Roma per iniziativa di Luigi Capello, imprenditore e business angel. Periodicamente vengono selezionate 6 start-up, che avranno a disposizione dei desk all’interno dello spazio EnLabs per un periodo di circa 6 mesi e riceveranno un packaging comprensivo di servizi di incubazione, servizi professionali, un finanziamento a beneficio degli imprenditori e gli verrà affiancato un mentor per l’intera durata del programma per lo sviluppo e la crescita delle start-up.
Fra gli incubatori, il laboratorio online Start Up Design Lab, che ha come obiettivo la nascita di Internet start-up. Un’idea di Nicola Mattina, frutto dell’esperienza sviluppata da quest’ultimo all’interno del Working Capital di Telecom Italia.
Sempre alle start-up web si rivolge l’incubatore milanese Digital Magics, che si concentra sulla fase di seed stage, vale a dire la fase embrionale di una nuova azienda, dalla ricerca dei finanziatori ai test verso i consumatori, fornendo ai neo-imprenditori servizi amministrativi, strategici, logistici, tecnologici e – non ultimo – finanziari per accelerare lo sviluppo dell’impresa. Â
I diversi incubatori presenti in Italia si raccolgono intorno a PniCube, associazione che si occupa di politiche di trasferimento tecnologico attraverso la creazione di imprese innovative dal mondo della ricerca accademica. Ed è appunto PniCube, in collaborazione con l’università di Sassari, a bandire il premio Start up dell’anno. Il primo classificato riceverà il premio dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A livello europeo, gli incubatori e centri di innovazione si raccolgono in una rete europea, Ebn – European Business & Innovation Center Network. Proprio Ebn, in collaborazione con la National Business Incubation Association, Nbia, ha lanciato Soft Landing Club, un servizio di co-incubazione per società innovative che intendono esplorare nuovi mercati.
Fra i Bic italiani della rete Ebn, quelli di Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria e Sardegna. Ma ancheEurobic, centro europeo d’investimento che associa ad attività di supporto alle imprese nei settori del management, della formazione e dell’internazionalizzazione, attività  dirette allo sviluppo del territorio. Dalla Toscana alla Sicilia, i Bic sono diffusi capillarmente nelle diverse zone d’Italia e coprono ambiti disparati, dalla tecnologia all’imprenditoria femminile. Come nel caso del Parco scientifico tecnologico di Bari, creato dall’università per attirare centri di ricerca e sviluppo e facilitare la creazione di nuove imprese innovative e spin-off universitari. O l’incubatore d’impresa “rosa” Sportello donna di Pavia, pensato per facilitare la nascita di imprese al femminile.
Altro incubatore è quello avviato da Telecom Italia con il progetto Working Capital, nato nel 2009, che si propone di sostenere le iniziative imprenditoriali nell’ambito del Web 2.0. Con importanti risultati. Tra il 2009 e il 2010 Working Capital ha finanziato 13 start-up e permesso ad altre 36 di affrontare un periodo di pre-incubazione. Ed ha puntato sui giovani, dando la possibilità a 29 studenti e ricercatori di mettere in pratica i loro studi e sviluppare progetti di ricerca innovativi.C6, tv partecipativa; Liber Liber, piattaforma editoriale no profit; MyoTv, piattaforma di ideazione, produzione e distribuzione di format per webtv, mobile, IPTV e Canali Digitali. Queste alcune delle imprese avviate da Working Capital.
E ancora, Enel Lab, iniziativa lanciata da Enel in collaborazione con Endesa, come risposta concreta alla domanda di rilancio dell’Italia in tempo di crisi. Tre gli elementi portanti: un laboratorio d’impresa a supporto delle start-up innovative; venti borse di studio per giovani laureati e ricercatori, e una fondazione per diffondere e sostenere conoscenza, studi e attività nell’ambito dell’energia, con un’attenzione particolare alle implicazioni socioeconomiche, allo sviluppo sostenibile e all’innovazione.
15 milioni di euro per tre anni: questo lo stanziamento previsto per Enel Lab. Per partecipare basta un clic, e c’è tempo dal primo luglio al 15 ottobre 2012. Sarà poi Enel a valutare le migliori aziende: 15 finaliste che avranno l’opportunità di presentare la propria impresa e tecnologia direttamente al top management di Enel. Saranno in 6 ad accedere poi a un programma di incubazione che prevede un capital injection e una serie di servizi per accelerare la crescita.
Sul piano internazionale, uno degli incubatori d’impresa più importanti è Microsoft BizSpark, programma globale nato per accelerare il successo delle startup. In pratica, ciò che il colosso fondato da Bill Gates offre agli startupper è in primo luogo supporto professionale e, tramite i network partner, consulenza e assistenza. Ma soprattutto, visibilità : le startup che aderiscono al programma BizSpark potranno inserire, infatti, un profilo della propria organizzazione in BizSparkDB.com, una directory online dedicata alle startup ospitata sul sito Microsoft Startup Zone. Di mettersi in vetrina, dunque, e di mostrarsi agli investitori di ogni parte del mondo.
L’iniziativa, nata nel 2008, ha visto l’adesione di quasi 50.000 start-up in tutto il mondo, di cui quasi un migliaio italiane.
Non solo. L’attenzione del colosso fondato da Bill Gates passerà anche attraverso un fondo d’investimento dedicato appunto alle start-up, Bing fund. Per ora si tratta più di un progetto che di qualcosa di concreto: un fondo che, oltre a sovvenzionare le imprese che si occupano di web e mobilità , funzionerà anche da incubatore.