Yahoo! Finanza Italia – 20 ottobre 2012
Growish, quando i desideri diventano startup
Claudio Cubito, ceo e co-founder di Growish, ha creato una social commerce community partendo da un evento personale
di Maria Rosaria Iovinella
Una startup è un’idea, spesso vincente, ma mai dimenticare che dietro alla stessa c’è sempre una persona e una storia. E nel caso diGrowish e di Claudio Cubito, co-founder e ceo di questa social commerce community, che nasce e si sviluppa nell’incubatore di startup digitali Digital Magics, il nesso è davvero stringente. Growish consente agli utenti di poteresprimere i propri desideri tramite una personale “wishlist” e invitare amici e parenti a realizzarli. I prodotti e le wishlist possono essere condivise sui social; gli articoli possono essere aggiunti per mezzo del pulsante “+Wish†che gli e-commerce partner hanno inserito nelle rispettive pagine prodotto.
Amici e parenti possono comprare il regalo desiderato nell’e-shop scelto. Cubito ha creato la sua startup ispirato da un evento personale, il 44esimo compleanno, ma ha alle spalle un percorso esistenziale e professionale eclettico. A riprova del fatto che per essere startupper conta l’attitudine, ancor prima che l’età , e che il background può fare la differenza, anche in maniera sorprendente. Lo racconta lui stesso a Yahoo! Finanza: “Nasco chimico per tradizioni di famiglia, ma dall’età di 16 anni lapassione per la musica hard rock mi ha portato verso una carriera parallela giornalistica e imprenditoriale. Sono stato per 15 anni direttore del più venduto mensile di heavy metal italiano (Metal Hammer) e nel 2000 fondatore del primo portale heavy metal italiano (metallus.it), una community di oltre 40mila utenti registrati, a cui offrivo servizi di e-commerce dati in outsourcing. Tutto questo di notte e nel tempo libero. Di giorno invece ero il responsabile di uno stabilimento di un’azienda di vernici. Ho conseguito unexecutive-MBA in marketing e finance e dal 2004 mi sono trasferito a Milano e ho ricoperto la carica di amministratore delegato di un’azienda chimica appartenente a un gruppo multinazionale. L’anno dopo, troppo assorbito dalla nuova attività , e non riuscendo più a seguire bene Metal Hammer, l’editore mi ha dato il ben servito.
E poi?
“Nel 2007, dopo oltre due anni di corteggiamenti, l’azienda leader in Europa nella vendita per corrispondenza di abbigliamento rock (EMP Mailorder) mi ha chiesto di occuparmi della startup della filiale italiana. Continuando a fare il chimico -non potendo occuparmene a tempo pieno- ho chiesto di non ricevere alcun compenso per la mia attività  ma di avere una quota nella società . Oggi EMP ha oltre 100mila clienti attivi, 115mila fan su Facebook e fattura oltre 7,5milioni. Grazie a questa attività sul web, ho conosciuto Digital Magics, l’incubatore di startup innovative, e a giugno 2011, per il mio 44esimo compleanno, mi sono fatto un regalo. Forte dei profitti di EMP Italia, ho dato le dimissioni dal mio “posto fisso†da ad chimico, per dedicarmi alle mie passioni: digital e formazione”.
La sua idea ha incontrato quella di Edmondo Sparano, partner del Digital Magics LAB: a che punto era prima di questo incontro?Â
“Ho conosciuto Edmondo nel maggio 2011, quando ero business angel (investitore privato che offre capitali e competenze a favore dello sviluppo di un’impresa emergente) di BigThink.it, una società nata da un giovane universitario specializzata nel marketing su Facebook e nello sviluppo di applicazioni social. Io stavo sviluppando un’idea di social commerce in cui ci fosse una forte interazione fra gli utenti e i loro amici nella scelta e nel suggerimento di un regalo. Digital Magics stava realizzando un prototipo di wishlist universale. Abbiamo unito le forze per questo progetto”.
Come avviene il processo di sviluppo e finanziamento dell’idea all’interno di un incubatore?Â
“L’incubatore si è focalizzato sullo sviluppo della piattaforma e sulle attività di networking di contatti con partner e finanziatori. Personalmente ho contribuito con idee, parte organizzativa e gestionale, e mi sono fatto carico di costruire le relazioni con i merchant. Attualmente, lavoriamo da un lato all’implementazione tecnologica dei servizi offerti, alla ricerca di nuovi partner/merchant e alle attività di digital marketing per aumentare gli utenti del sito. Contemporaneamente, grazie alle relazioni consolidate di DM, siamo in fase di ricerca e trattativa con diversi investitori esterni, che si stanno dimostrando interessati al nostro progetto”.
A che punto è l’evoluzione di Growish, anche nel rapporto decisivo con i merchant? Quanto può fatturare una piattaforma dove il pubblico non paga?Â
“Il sito è online in fase beta con la funzionalità di wishlist universale dal mese di maggio. Stiamo per ultimare il rilascio dellafunzione di pagamento in quota (beta), cioè la possibilità di fare una “colletta†online fra amici e parenti per acquistare il regalo desiderato dall’utente. L’obiettivo è far recapitare il regalo “fisicoâ€. Questo richiede un’integrazione con i sistemi di ricezione ordine e di pagamento dei merchant, ed è la sfida più complessa. Siamo inoltre focalizzati all’acquisizione di utenti, principalmente grazie alle partnership con community/publisher che desiderano offrire liste di desideri ai loro utenti. Attualmente oltre 20 merchant hanno inserito il nostro pulsante “+Wishâ€Â sul loro sito e abbiamo accordi di affiliazione con altri 100 siti. Con i recenti annunci di Facebook, che mira a sviluppare una wishlist degli utenti, stiamo pensando a come sfruttare a nostro vantaggio questa nuova feature e come differenziarci. Probabilmente accelereremo lo sviluppo dell’applicazione mobile, che permetterà di aggiungere anche i prodotti nei negozi offline e quindi di poterli regalare in gruppo, aggregando amici da posti diversi. Per quanto riguarda il revenue model, se il regalo viene scelto presso un merchant partner, il servizio è gratuito per l’utente e ci viene riconosciuta una commissione dal merchant. Più i nostri utenti regalano, più il nostro fatturato (e quelli dei nostri partner) sale”.
Sostieni in un’intervista il controsenso tra la necessità di trovare i finanziamenti per crescere, ma anche il dover raggiungere prima certe metriche per ottenerli: quale ritiene dovrebbe essere il giusto compromesso?Â
“Capisco che la gestione del rischio da parte degli investitori non sia una questione facile. Però negli Stati Uniti, in Israele, a Londra e recentemente a Berlino, vediamo dare fiducia a idee ancora in fase embrionale. Molti pensano che su Internet sia facile ottenere visibilità , ma per farlo occorre investire risorse. Penso che il giusto compromesso sia quello di valutare l’idea, la scalabilità internazionale, il team e gli advisor che stanno credendo nel progetto, a prescindere da quanti utenti si stia facendo nella fase beta. Avere, come Growish, alle spalle un incubatore ti permette di accelerare lo sviluppo dell’impresa in maniera esponenziale”.
Hai una specializzazione in training per il miglioramento delle abilità di negoziazione: in quale punto della nascita e dell’evoluzione di una start up conta di più questa capacità ?Â
“Le abilità di negoziazione incidono in tutto il processo di una startup, dalla sua nascita alla sua evoluzione. Saper negoziare significa saper comunicare efficacemente obiettivi, visione e strategie. Opinioni e idee differenti sono una risorsa per le organizzazioni, ma rischiano di generare conflitti e bloccare o rallentare l’execution. C’è tanta negoziazione nella fase di fund raising. E anche in quella in cui hai necessità di avere fornitura di servizi e non hai la liquidità per pagarli”.