IL MONDO – 11 ottobre 2013.
811 le start-up innovative create in Italia negli ultimi cinque anni (152 in Lombardia)Â
Imprese in crescita 2 Si moltiplicano nuove iniziative dalla Lombardia a…
Fermento da start-up
di Paolo Crespi
La Lombardia e in particolare Milano sono l’humus ideale per la nascita e lo sviluppo di nuove start-up. Lo dicono i numeri e una serie di ragioni storiche. Se partiamo dalla mera contabilità , infatti, su un totale di 811 start-up innovative (legate ai settori hi-tech: digitale, biotech, meditech, cleantech, energy) create in Italia negli ultimi cinque anni, il territorio della Lombardia ne totalizza ben 152 (il 19%), di cui 93 sono a Milano. Questa concentrazione non è casuale. «Intorno a Milano gravitano tutti i principali attori della fliera», spiega Andrea Rangone, già coordinatore degli osservatori Ict del Politecnico di Milano (compreso quello nascente sulle start-up), oggi delegato del rettore per l’incubatore PoliHub. «Qui hanno sede i principali venture capitalist italiani, da 360° Capital Partners a United Ventures, da Principia a dPixel, che tra l’altro hanno appena chiuso importanti round di fnanziamenti, e i principali incubatori, pubblici, come quelli universitari, e no. Inoltre, tutto il mondo delle corporate, delle grandi aziende hi-tech, come Ibm, Cisco e Sap, che non possono più essere viste come separate dal fronte delle start-up: le une hanno sempre più bisogno delle altre». È della stessa opinione anche Enrico Gasperini, fondatore e presidente di Digital Magics (che il prossimo 8 ottobre presenterà con l’ad di Rcs MediaGroup, Pietro Scott Jovane, un nuovo modello di incubatore digitale), Digital Magics è l’incubatore (privato) di start-up innovative digitali, con sedi a Milano e Salerno, che ha da poco completato il collocamento di un prestito obbligazionario convertibile di 3 milioni di euro e annunciato il progetto di quotarsi in Borsa. «La Lombardia», rileva Gasperini, «ha tutte le carte per diventare la Silicon Valley italiana. Perché qui ci sono tutti gli ingredienti, dal mondo della fnanza a quelli delle reti e dei media, affnché l’area si sviluppi e diventi il primo distretto tech italiano. Qualcosa di simile a quello che è avvenuto a New York, diventata un hub per l’innovazione».