Il Sole 24 Ore – Le soddisfazioni dell’«Aim»

Il Sole 24 Ore – 9 dicembre 2013.

Il listino è meglio. Il parere di Enrico Gasperini (Digital Magics)

Le soddisfazioni dell’«Aim»

di Alberto Ronchetti

«Io sono decisamente pro-equity», dice Enrico Gasperini, presidente di Digital Magics. «Credo – aggiunge - che un vero sviluppo alle piccole e medie imprese growth, che potrebbero dare un forte impulso allo sviluppo dell’economia italiana, debba passare più dall’apertura del capitale azionario piuttosto che dal ricorso al debito». Digital Magics è una investment company che opera dal 2008 come incubatore certificato di startup innovative digitali, che propongono contenuti e servizi ad alto valore tecnologico. Da fine luglio 2013 è quotata all’Aim Italia (Mercato Alternativo del Capitale) dedicato alle piccole e medie imprese italiane ad alto potenziale di crescita, organizzato e gestito da Borsa Italiana. Quindi Borsa e non debito. Secondo me, sì. Poi, per carità, iniziative come i minibond sono meritevoli, perché possono dare risorse agli imprenditori che non se la sentono di aprire il capitale a terzi. Ma un eccessivo ricorso al debito rappresenta una debolezza per il nostro Paese, mentre una società aperta all’apporto di capitale esterno è più trasparente. Voi siete quotati da circa quattro mesi. Soddisfatti? Certamente sì. L’esperienza è molto positiva, perché operiamo in un segmento certamente originale e perché un’asset class simile a noi sul mercato non c’era ancora. Le risorse raccolte ci serviranno per implementare nuovi progetti, ma attraverso la quotazione siamo anche riusciti a far conoscere un’opportunità di investimento che prima non era disponibile sul nostro mercato. Fra l’altro siamo stati accolti molto bene dalla Borsa e, al momento, abbiamo un centinaio di investitori che sono entrati nel nostro capitale. Il problema piuttosto è un altro: il mercato delle small cap da noi è quasi inesistente, occorrerebbe metterci più convinzione per svilupparlo a favore delle Piccole e medie imprese che sono la struttura del sistema imprenditoriale italiano. Per esempio come? Per esempio favorendo la disponibilità dei fondi di investimento ad allargarsi verso le Pmi, perché questo resta necessariamente – se parliamo di imprese quotate – un mercato più rivolto agli investitori professionali che al retail. Ma, ragionando dal punto di vista dell’emittente, ha notato criticità nel vostro processo di avvicinamento alla Borsa che andrebbero corrette per attrarre più aziende all’Aim? Abitualmente si dice che la difficoltà maggiore sta nella presentazione dei programmi dell’impresa. In realtà, sulla base della nostra esperienza, credo che le difficoltà maggiori stiano nella complessità dei meccanismi per il collocamento e la gestione successiva della presenza sul mercato: i consulenti e i fondi specializzati nelle piccole e medie aziende sono ancora pochi, bisognerebbe aumentarne il numero.

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