MF – 25 novembre 2014.
CONTRARIAN
L’INNOVAZIONE DIGITALE MANDA CHIARI SEGNALI DI RISVEGLIO IN EUROPA
Che l’innovazione digitale in Italia sia ancora a venire lo testimoniano le cifre: gli investimenti in venture capital, punto di riferimento per le start-up che alimentano questo segmento (tra business angels, family office, incubatori e acceleratori d’impresa), nella Penisola nel 2013 non sono andate oltre lo 0,003% del pil, contro lo 0,024% della media europea (la Germania si è attestata allo 0,026%, la Gran Bretagna lo 0,029%). Ma proprio perché il settore accusa un vistoso ritardo, visto dall’angolazione opposta ciò significa che i margini di crescita sono davvero ampi, tanto più in un momento in cui l’interesse per il settore dell’innovazione digitale in Europa sta attraversando un evidente risveglio. Nel terzo trimestre di quest’anno il capitale investito in operazioni di venture capital su società di questo tipo è ammontato a 2,3 miliardi di euro, il livello più alto degli ultimi tre anni, il 36% in più rispetto allo stesso trimestre del 2013. E sempre tra luglio e settembre in Europa si sono svolte 16 operazioni di collocamento di società del comparto, per un totale di 447 milioni, rispetto alle sole tre (per 26 milioni) dell’analogo trimestre 2013. Altri due segnali molto indicativi che qualcosa si sta muovendo: in ottobre Rocket Internet, colosso tedesco dell’incubazione d’impresa, fondato dai fratelli Samwer nel 2007, è sbarcato alla borsa di Francoforte con una capitalizzazione da 7,2 miliardi di euro. Mentre è di poche settimane fa il lancio da parte di Deutsche Telekom di un’iniziativa di venture capital da 500 milioni. Certo, l’Europa è una cosa e l’Italia un’altra. Secondo il rapporto 2014 dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), da cui peraltro emerge che sono oltre 3 miliardi nel mondo le persone che si possono definire online, la Danimarca ha scavalcato la Corea del Sud al primo posto della classifica dei Paesi più connessi. Ma ai primi posti, accanto a Honk Kong, Giappone e Australia, figurano anche Svezia, Islanda, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Finlandia, Lussemburgo. Insomma, tutto il Nord Europa da questo punto di vista può dirsi all’avanguardia. In generale lo scorso anno l’utilizzo di internet è aumentato dell’8,7% anche nei Paesi in via di sviluppo, dove vive ancora il 90% dei 4,3 miliardi di persone che non dispongono di una connessione a internet.A conferma di quanto premesso, l’Italia figura solo 36esima dietro a Paesi come Emirati Arabi, Qatar e Barbados, ben distante dal resto dell’Europa occidentale. Ma il legislatore italiano qualcosa ha fatto per favorire lo sviluppo delle start-up e con il Decreto sviluppo è stata introdotta una deduzione fiscale del 19% sugli investimenti in start up innovative, un accesso facilitato al Fondo centrale di garanzia, normative speciali per il lavoro e la possibilità per le start up di remunerare soci e fornitori di servizi copn stock option.A livello privato, invece, tra le iniziative più recenti c’è quella dall`incubatore Digital Magics e di Epic sim per l’avvio di una piattaforma per strutturare le attività dei finanziatori delle startup e delle scale-up, imprese innovative che vivono una fase di espansione in vista delle loro cessione e/o quotazione in borsa.