LIBERO – 6 dicembre 2014
«Con l’Expo e meno tasse possiamo ripartire»
Patané (Confturismo): «I 20 milioni di stranieri attesi per l’esposizione sono un’occasione unica.Ma l’Iva deve scendere»
di Sandro Iacometti
«Il 2015 sarà un anno molto buono per il turismo». Non si può certo dire che a Luca Patané manchi l’ottimismo.Mentre tutti i principali istituti economici continuano a sfornare dati estremamente prudenti, per non dire catastrofici, sulla congiuntura, il presidente di Confturismo (e del gruppo Uvet, principale polo distributivo di servizi turistici sul mercato italiano) è convinto che nei prossimi mesi il settore ingranerà di nuovo la marcia. Anche nel 2013 si diceva che quest’anno sarebbe stato quello buono. Non crede sia un po’ azzardato fare queste previsioni? «Sull’Italia pesano sicuramente il difficile andamento dell’economia e il calo della fiducia dei consumatori, che non hanno alcuna percezione positiva sul futuro.Ma per il turismo contano anche i flussi internazionali e credo che l’Expo di Milano, con 20 milioni di visitatori previsti di cui 8 stranieri, sarà un evento determinante per l’industria del settore». Quindi è sicuro?«Non penso, ovviamente, che il 2014 sarà un anno in cui rifiorisce tutto.O in cui si potrà recuperare il tempo perduto.Per tornare ai livelli pre-crisi ci vorrà però molto tempo e ancor di più ne servirà per compensare il fatturato perso negli ultimi anni. La recessione non ha solo ridimensionato il settore, ma anche provocato un cambiamento piscologico nei consumatori, che ora hanno paura di spendere e preferiscono risparmiare. Nel secondo semestre, però, il mercato tornerà a muoversi. Sarà un buon inizio». Per il turismo, come per altri settori, gli anni della crisi sono stati una traversata nel deserto da cui molti sono usciti con le ossa rotte e alcuni non sono usciti affatto. Crede che le nostre aziende sapranno cogliere le opportunità  che si profilano all’orizzonte? «Un po’ di paura ce l’ho. È indubbio che oggi,dopo gli anni della crisi, sul mercato ci sono meno aziende forti ,ma quelle rimaste lo sono davvero agguerrite e credo che riusciranno a tenere il passo. Penso soprattutto a quelle capaci di giocare anche a livello internazionale». Cosa ha fatto o cosa dovrebbe fare il governo per aiutare il turismo?«Il governo dovrebbe innanzitutto aprire un focus sul settore come uno dei piani di sviluppo del nostro Paese nei prossimi cinquant’anni,perché il turismo è l’unica industria che non solo a livello italiano,ma anche a livello europeo continuerà a crescere. Quello che può fare nell’immediato è sicuramente lavorare sulla tassazione. Tra Iva, tasse di soggiorno e Imu la situazione non è più sostenibile.Su questo punto,però, l’esecutivo ha finora prodotto, al di là  dei proclami, il nulla assoluto». L’iniziativa del Laboratorio sul turismo digitale varata prima dell’estate, però, ha incontrato il vostro favore… «Condividamo senz’altro quel progetto, ma l’impegno deve ancora essere declinato in qualcosa di più concreto. La prima ricognizione era prevista dopo sei mesi, siamo ancora in attesa dei risultati. Nel frattempo, con le aziende del settore, abbiano dato vita ad un grande progetto per l’innovazione che sboccerà in occasione dell’Expo. Si tratta di Tripitaly,una piattaforma digitale che raggrupperà in un solo portale tutte le informazioni, i servizi e le offerte commerciali destinati ai turisti».