IL ROMA – 8 dicembre 2014
L’INTERVISTA Gennaro Tesone ha fondato 56Cube, dove crescono nuove idee: «Partire? Non è sempre meglio»
«Creare impresa a Napoli, si può fare bene»
Le dinamiche storiche, sociali e culturali fanno di Napoli un luogo di eterna contaminazione e sperimentazione, i cui abitanti hanno un alto grado di resilienza e creatività , eppure è opinione comune che, in tema di startup, il nostro territorio sia più povero rispetto ad altri capoluoghi italiani. Esistono prospettive diverse? Come sta cambiando lo scenario economico dell’imprenditoria innovativa in Campania? Gennaro Tesone (nella foto) è co-fondatore di 56Cube, l’incubatore di startup innovative per il sud Italia con sede a Salerno, parte della rete Digital Magics. Gennaro, come si pone Napoli dal punto di vista dell’imprenditorialità innovativa? «Io non credo che Napoli sia indietro rispetto agli altri capoluoghi, anzi. Se provassimo a relativizzare le classifiche delle startup alle condizioni ambientali, le classifiche sarebbero diverse. Non ho i dati aggiornati, comunque Napoli, in questi ultimi anni, sta scalando rapidamente le classifiche dimostrando, semmai ve ne fosse bisogno, il grande fermento del nostro territorio». Esistono spunti per favorire la contaminazione e l’innovazione in ambito startup sul territorio? «C’è sempre qualcosa da fare, da migliorare e da integrare. Qui a Napoli abbiamo l’intero percorso d’accompagnamento delle imprese innovative, dalla pre-incubazione (con cocktail parties e formazione), all’incubazione, alla capacità di finanziare le aziende per ottenere il primo lancio (come la recente iniziativa del Bac). Insomma, ci sono i luoghi dove le startup si contaminano con l’ambiente circostante. Come migliorarlo? Bisogno spingere maggiormente sulla contaminazione del mondo dell’imprenditoria tradizionale con il mondo delle neoimprese (hai visto non ho usato il termine startup…agli imprenditori tradizionali incute un po’ di timore) ». Quali sono le prospettive future per chi, invece di partire, decide di avviare il proprio progetto in Campania? «Mi viene da dire buone. Certamente in altri luoghi puoi trovare un ambiente più favorevole, è inutile negarlo, ma trovi anche costi del personale maggiori, ambientazione tua e del team nella nuova città …e poi vuoi mettere vivere a Napoli?». Qual è il consiglio d’oro che darebbe, ad esempio, ad un suo studente che decidesse di avviare un progetto di imprenditorialità  innovativa? «Di investire su se stesso e la sua azienda per almeno due/tre anni prima di tirare le somme. I giovani oggi hanno fretta (parlo come uno anziano, mi pesa che sto per diventare quarantenne), mentre alcuni meccanismi d’impresa, anche nel mondo digitale, hanno tempi di maturazione nel medio periodo».