Wired.it – FinovateEurope, l’hi-tech per la finanza in mostra a Londra

Wired.it – 9 febbraio 2015

http://www.wired.it/economia/2015/02/09/fintech-banca/

FinovateEurope, l’hi-tech per la finanza in mostra a Londra

A Londra parte FinovateEurope e un dibattito sulla condivisione dei dati bancari. In Italia il settore del fintech cresce grazie a incubatori e pmi. Ma i dati bancari si possono condividere?

di Daniela Mangini

Prende il via domani a Londra FinovateEurope, una kermesse di due giorni che, tra le altre cose, vedrà 70 startup raccontarsi con pitch di 7 minuti l’una e un successivo momento per scambiarsi spunti e idee. Proprio da Londra arrivano i maggiori stimoli per guardare ai temi FinTech. In Gran Bretagna è in corso un dibattito sull’opportunità di condivisione dei dati bancari per lo sviluppo di migliori servizi e prodotti, con una “call for evidence” lanciata lo scorso 28 gennaio e che durerà fino al 25 febbraio. Un rapporto di Deloitte parlando degli strumenti Fintech li definiva Banking Disruptive. Se a livello globale il 2014 ha visto investire 2,8 miliardi di dollari nel settore, in Italia siamo ancora a 7 milioni di euro. La tecnologia mirata a rivoluzionare le nostre abitudini finanziarie (di raccolta e di spesa) si fa sempre più strada. Le banche non stanno a guardare e partecipano alla ricerca di nuove soluzioni in diversi modi. Lo scorso dicembre Banca Sella ha siglato un accordo con Digital Magics per finanziare con un milione di euro ((assistito dal fondo di Garanzia PMI) l’incubazione di startup innovative in particolare per servizi finanziari. Ad oggi sono 6 le start up incubate da Digital Magics che hanno l’obiettivo di semplificare i rapporti con la finanza. Nel caso di Unicredit Fintech accelerator la call alle idee che potrebbero migliorare i servizi del gruppo è fatta direttamente alle startupp costituite da più di 3 anni e con le idee già molto chiare. Le Fintech legate ai servizi bancari sono, secondo i dati forniti da Startup Italia, il 16% sul totale. A gennaio, legato a Che Banca, è stato pubblicato l’atlante Smart Money Fintech 2015 che individua 78 start up a tema finanziario. Molte di queste agiscono da facilitatori del credito e della spesa. Sono passati più o meno trentacinque anni da quando è stata introdotta come grande innovazione la banda magnetica alla carta di credito e già iniziamo a non averne più bisogno. Con il POS virtuale SOLO, ad esempio, invece di strisciare fisicamente la carta di credito o di debito basta una condivisione. Chi ha Partita Iva italiana può aprire un profilo sulla piattaforma e farsi pagare attraverso un link. La stessa carta di credito (nata nel 1914 come oggetto di lusso e diventata nel 1966 il sistema pronto a rivoluzionare i consumi di massa) vede avanzare nuovi competitor che promettono di azzerare i costi di transazione e di creare sistemi ancora più immediati di spesa (e d’indebitamento) puntando, a vederne il lato buono, a un rilancio dei consumi. Anche Just è un POS virtuale che ha ottenuto da Principia Virtis un finanziamento da 3.900.000 euro. RingPay è invece una app distribuita dalle banche che ha funzione di portamonete elettronico. Che dire poi del monito di Bankitalia sulla volatilità dei Bitcoin, che in realtà nelle intenzioni dei giovani sviluppatori di Cryptodeer, sono già superati dai Tetracoin, monete virtuali, assicurano, più affidabili e tracciabili? Gli stessi studenti del Politecnico di Milano propongono circuiti di pagamenti brandizzati e ammiccano al settore Ticket Restaurant, in pieno sviluppo grazie al promettente mercato del secondo Welfare (servizi di sostegno alla persona) . Sicuramente la tecnologia finanziaria sfugge ai pesi regolatori europei e, snella com’è, incoraggia la spesa. Il patrimonio di fondo è la fiducia che permette ad esempio di prestarsi soldi fra privati, in maniera così convincente da consentire a Prestiamoci un exit TrustBuddy per un valore di 5,3 milioni di fondersi con TrustBuddy. Borsa del Credito, invece, mette in relazione banche e piccoli imprenditori, facendo una prima istruttoria e educando chi cerca credito a presentarsi nella maniera giusta. I vantaggi per le PMI sono l’assenza di costi, la garanzia di ottenere risposta in ventiquattro ore e la verifica dei requisiti per utilizzare il Fondo di Garanzia 662. Nata con una raccolta iniziale di 850 mila euro e partnership con Banca Popolare di Milano e Banca Sistema, la piattaforma oggi annovera tra i partner anche Cariparma, Credit Agricole e il gruppo Credem. Per scremare le richieste di credito e profilizzare il cliente, la piattaforma utilizza i Big Data e l’analisi della credibilità in rete. Sulla sintesi di dati complessi si basano anche applicazioni dedicate ai trader, come Wolf of Trading o, come nel caso di Mode Finanche s-peek, a indagini sul rating d’imprese anche straniere a vantaggio delle aziende italiane che devono valutare l’affidabilità finanziaria di un fornitore. Ci sono poi i servizi di consulenza finanziaria come MoneyFarm, Società di Intermediazione Mobiliare autorizzata a operare da Consob e Banca d’Italia che ha sviluppato una app per orientare gli investimenti. Private Broker è un servizio di gestione patrimoniale online che si basa sulle sole commissioni di performance. Comprese tra le soluzioni Fintech ci sono anche piattaforme come Rabbiz e Fattura 24 che scommettono sui servizi di fatturazione e contabilità online sfruttando il mercato in crescita di freelance e microimprese, soggetti sempre più desiderosi di rendersi indipendenti dal commercialista. Utili a sostenere i consumi, sono diverse le piattaforme che hanno l’obiettivo di far unire le forze finanziarie di diversi soggetti per scopi mirati: dai sistemi di credito commerciale come Samex.it e sardex.net che creano circuiti virtuosi alla colletta 2.0 di Growish. Nata proprio per risolvere la difficoltà di chi deve raccogliere i soldi per un regalo, magari dovendo coordinare persone distanti geograficamente, Growish ha ricevuto a ottobre scorso 500 mila euro di finanziamento da investitori (Anna Siccardi, Nader Sabbaghian, Antonino Pisana e Alessandro Rivetti) del Digital Magics Angel Network (una rete che globalmente ha già messo in campo 4,7 milioni di euro). Il sistema è semplice: si apre gratuitamente una colletta per un evento (matrimonio, anniversario, laurea e tutto quello che prevede un regalo) e s’invitano sulla piattaforma gli amici e i parenti a partecipare. Una volta raccolto l’importo si trasferisce su un conto o si utilizza per regalare una giftcard o un cofanetto di marchi noti. Molti siti di ecommerce stanno integrando il bottone “Paga con Growish” per incoraggiare questo modello di collective payment e acquisire la rete di amici dei propri clienti. Con il lancio a gennaio di ListaNozzeOnline.com la dote la fanno gli amici. Quando si parla di Fintech ci si confronta con prodotti e processi che cambiano il modo di acquistare e gestire il denaro, che ormai di materiale non ha più nulla. Nella categoria Fintech la parte del leone (45%) la fanno le piattaforme di crowdfunding. Per quanto riguarda le soluzioni più vicine ai servizi bancari la concorrenza si gioca sull’utilizzo dei Big Data. Un rapporto pubblicato nel dicembre scorso già metteva in luce i presunti vantaggi di una maggiore condivisione di dati e quanto le asimmetrie informative compromettano l’accesso al credito da parte delle piccole medie imprese. Sembra quindi, a voler essere romantici, che gli obiettivi raggiungibili attraverso gli strumenti di Fintech siano una maggiore trasparenza e una minore speculazione, vista l’impossibilità, se si vuol partecipare all’innovazione del sistema e restare competitivi, di non condividere i propri dati. Il vero patrimonio ancora una volta sono le informazioni e anche per quelle esistono strumenti di raccolta e di spesa.

 

WordPress Lightbox Plugin
This site is registered on wpml.org as a development site.