ITespresso.it – 21 aprile 2015
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Mondo startup
A due anni e mezzo dal decreto legge Crescita 2.0, facciamo il punto sulle startup in Italia
A inizio aprile, nove startup si sono presentate allo Smart Italy Innovation Day per proporre a Unicredit i loro business plan, da supportare con finanziamenti ed azioni di facilitazione. La banca, che ha lanciato Unicredit Start Lab, iniziativa che ha raccolto finora 783 progetti imprenditoriali di startup attive in vari settori e sta selezionando 40 aziende, ritiene che il mondo delle startup rappresenti uno dei più promettenti volani per la ripresa dell’occupazione in Italia. Allora, diamo uno sguardo più approfondito al microcosmo delle startup, un fenomeno a rapida diffusione. A due anni e mezzo dal decreto legge Crescita 2.0, possiamo fare il punto.
Le startup in Italia
Il Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha pubblicato il rapporto 2014 per fare il punto sulle startup in Italia: quante sono, dove si trovano sulla carta geografica, di cosa si occupano, qual è il tasso di gender gap e il tasso di successo/fallimento. Delineeremo nel prossimo paragrafo l’identikit della startup tricolore, ma possiamo già anticipare che le aziende innovative si concentrano nei vertici del triangolo Milano, Roma e Torino ed hanno scarsa partecipazione femminile. Seguono EmiliaÂRomagna, Lazio, Veneto e Piemonte
La maggior parte delle startup italiana è orientata alla fornitura di servizi alle imprese. Ma crescono quelle dedite a big data, fin-tech, e-commerce, smart mobility, e-health (salute digitale), media e clean tech. Perfino le startup di droni, stampa 3D, Arduino, bitcoin, comunicazione digitale ed advertising. Altri temi caldi sono: open data e ruolo delle istituzioni, economia della condivisione (sharing economy), IT in generale.
Identikit delle startup tricolori
Soprattutto maschili, con epicentro a Milano, Roma e Torino, e dedite al mondo dell’IT. Ecco il profilo delle startup italiane, come emerge dai dati del Mise per il 2014. Sono microÂimprese: le 989 startup con dipendenti impiegano in tutto 2.607 persone, in media 2,6 persone ognuna. Invece la metà delle startup dà lavoro a un unico dipendente.
Le startup al femminile si fermano al 12,5% del totale, meno delle società di capitale femminili (16,3% del totale nel loro settore). La capitale delle startup è Milano. Sotto il profilo della geografia, la Lombardia è la Regione che ospita più imprenditori hi-tech, seguita da Emilia-ÂRomagna, Lazio, Veneto e Piemonte.
Le startup romane sono raddoppiate da 128 a 270, secondo il rapporto di Confcommercio 2015. Nella capitale d’Italia, le iniziative al 50% sono lanciate da laureati uomini con più di 35 anni, le donne rappresentano il 20%. Sono finanziate al 44% con fondi personali, ma cresce il ricorso al crowdfunding.
Da uno studio condotto sui Tweet, dal network di co-working Talent Garden e da Ibm Italia, emerge che i temi chiavi relativi al mondo startup si suddividono in tre macro-aree: open data, crowd economy e IT. Gli sturtupper al maschile preferiscono droni, Arduino, open data e bitcoin, mentre le startupper donne prediligono le relazioni interpersonali, sharing economy e crowdfunding ed eventi di settore.
Nel 2013, metà delle startup innovative hanno generato valore per meno di 27 mila euro. Nel 2013 ha lavorato in perdita quasi il 60% delle imprese. Ma, se non falliscono, rendono di più: le startup innovative generano in media più valore aggiunto delle società di capitale (32 centesimi contro 22).
Case history interessanti
Digital Magics ha siglato una partnership con Talent Garden e Tamburi Investment Partners per lanciare l’hub per il Digital made in Italy.
Unipolsai FutureLab si occupa di recupero e valorizzazione del territorio grazie al crowdfunding di Eppela.
CercaOfficina.it, startup incubata da Spped MI UP, ha ricevuto il finanziamento da parte di alcuni soci dell’Italian Angels for Growth (IAG), associazione italiana di Business Angel attiva dal 2007 nello sviluppo di nuove realtà imprenditoriali.
Localler è una piattaforma di servizi turistici per Pmi, che vuol far crescere il turismo online in Italia, offrendo: alloggio, attività , esperienze, tour, noleggi, facilitando ed automatizzare la gestione della disponibilità e dei prezzi sui differenti canali di vendita online (da Airbnb a Wimdu, fino a Trip4real) e offline.
Tripitaly.it è il primo portale Open per il turismo straniero in Italia: la piattaforma raccoglie in un unico hub le informazioni, i servizi e le varie offerte commerciali per offrire ai turisti, che arrivano dall’estero, un unico punto di riferimento che permette di progettare un soggiorno e acquistare il proprio pacchetto vacanza personalizzato e tagliato su misura delle proprie esigenze, il tutto con semplicità e rapidità .
CashSentinel ha stretto un’alleanza con AutoScout24 per la transazione di denaro semplice e sicura via smartphone per l’acquisto di un’automobile.
Innogest SGR valuterà le proposte di Digital Magics nell’ambito di startup, progetti di ricerca, brevetti e innovazioni digitali che offrano contenuti e servizi a potenziale di crescita e valore tecnologico e che abbiano modelli di business scalabili.
Hoosh, provider di marketing intelligence, ha firmato una Gold Partnership con Oracle ed è in trattative con Google per un’eventuale collaborazione.
Anche l’expo ha la sua startup: UIDU, avviata a fine 2012 grazie ad un premio della Regione Lombardia, di 3mila euro, oggi fattura 100mila euro e prevede di aumentare i ricavi del 50-60% nel 2015, grazie ad Expo. Infatti è una piattaforma per la gestione del volontariato, selezionata da Ciessevi per gestire gli 8500 volontari dell’Esposizione universale, al via a Milano da maggio a novembre.
Sempre dedicata al turismo è Netcomm e-Travel district, piattaforma digitale dedicata alle start up del turismo, presentata da Netcomm, il consorzio dell’e-commerce italiano, eDreams ODIGEO, e Amadeus: il mercato turistico italiano vale 110 mld di euro, ma meno del 10% è realizzato in modalità e-commerce. In altri Paesi, la percentuale sorpassa il 50%.
VDM Labs è la filiale nella Silicon Valley di Vidiemme Consulting, la società italiana che dal 2004 sviluppa progetti digitali in ambito web, mobile e wearable device (Vidiemme ha “portato†i Google Glass in Italia): “Continuiamo a lavorare sulle tecnologie emergenti stando attenti alle novità tecnologiche del mercato, anche quelle che non sono ancora sbarcate: si pensi alla tecnologia bluetooth low energy, ai sensori di prossimità â€, ha spiegato a ITespresso Alan Cassini.
Digital Magics, incubatore certificato di startup innovative quotato sul mercato Aim Italia, 012Factory, Fondazione IDIS – Città della Scienza e TechHub, grazie al BAC, stanno realizzando un autentico hub di collegamento fra investitori e startup locali per supportare e far crescere gli investimenti in progetti originali, che contribuiscono alla crescita economica del Sud e all’occupazione per i giovani. Coinvolgendo direttamente gli operatori del Sud, il BAC vuole ridare fiducia a un territorio che non crede più in se stesso, ma che ha risorse e professionalità per innovarsi.
Il percorso per fondare e finanziare una startup
Incubatori d’idee, ecosistema di startup, coesione istituzionale, un ambiente Internet-friendly, fiducia nel futuro, voglia di rischiare. Quello che serve a rendere florido il mondo delle startup sono tanti ingredienti: ma quello principale è “crederciâ€. Essere ambiziosi. Avere propensione al rischio ed avere una visione lungimirante.
L’incubatore aiuta gli startupper a definire l’idea, migliorarla e consentirle di crescere. Ai soci fondatori, si affiancano, progressivamente, sviluppatori, designer, commerciali ed esperti di marketing. L’incubatore aiuta a raccogliere i fondi necessari per lo sviluppo del prodotto e per il lancio, meglio se internazionale.
Il Business Angel, il coaching e il mentoring aiutano le startup a crescere.
Ma come si finanzia una startup? Lo insegna l’Università Bocconi: dal 6 al 24 luglio, l’ateneo terrà corsi il cui obiettivo è evidenziare i meccanismi su cui basa la scelta delle startup da parte dei finanziatori. Le iscrizioni si chiuderanno il 3 maggio 2015.
Prossime sfide e appuntamenti per startupper
Lo StartUp Challenge di Swisscom scade il 29 maggio 2015: vuole individuare start-up attive nei settori IT & Tlc, big data, fin-tech, e-commerce, smart mobility, e-health, media e clean tech. Per entrare nell programma di Business Acceleration, le startup dovranno mettersi in mostra nella procedura di selezione.
In collaborazione con il suo partner Venturelab, Swisscom invita dieci neo-imprenditori a un pitch. I candidati saranno esaminati da una giuria di esperti, formata anche da rappresentanti della Direzione del Gruppo di Swisscom, di Swisscom Ventures e da business angel e investitori di punta. Finita la selezione, cinque startup si recheranno in Silicon Valley, dove seguiranno un programma ad hoc di coaching e mentoring.
Termine ultimo per l’iscrizione a Start Cup FVG è il 20 maggio 2015. La competizione si svolge fra idee imprenditoriali e start up innovative, narrate attraverso un business plan. Scopo della gara consiste nel trasformare la propria idea originale in un’idea imprenditoriale. Start Cup FVG è promossa dagli Atenei regionali e dalle Fondazioni bancarie (Fondazione CRUP e Fondazione CRTrieste); la prima edizione si è svolta nel 2009, in seguito all’unione della Start Cup Udine (creata nel 2003) e della Start Cup Trieste (nata nel 2004).
Le iscrizioni ai corsi (a luglio) dell’Università Bocconi si chiuderanno il 3 maggio: La Summer School dell’Università Bocconi di Milano insegnerà a 30 studenti bachelor che sceglieranno il corso di Private equity e venture capital, come si finanzia una startup, capire quali siano i passi giusti per lanciare una propria iniziativa imprenditoriale e per imparare a rapportarsi con i possibili venture capitalist. La Summer School, che si terrà in Bocconi dal 6 al 24 luglio con corsi interamente in inglese, coinvolgerà in totale 120 studenti da tutto il mondo.
Associazione Alumni Accenture, b-ventures, Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Italiana Accenture, premiano le più promettenti idee progettuali di sharing economy, in grado di coniugare tecnologia digitale e valorizzazione dell’accoglienza, della cultura e del welfare.
Al via dal 15 aprile al 22 maggio, il concorso riunirà i progetti attraverso la piattaforma digitale ideaTRE60 di Fondazione Italiana Accenture e offrirà un approfondito corso di formazione online (e-learning), accessibile sulla stessa ideaTRE60, per concedere l’opportunità a tutti i partecipanti di acquisire nuove competenze utili a perfezionare i propri progetti. Sono cinque i moduli orientati a: introduzione alla sharing economy, Mappatura dei servizi collaborativi, Ruolo della tecnologia nella sharing economy, Realizzazione di un business plan efficace e Consigli utili per un elevator pitch di successo.Â
Venticinque progetti d’impresa, basati su tecnologia Fiware, saranno finanziati con 2,5 milioni di euro a fondo perduto: è la seconda Open call e le domande andranno presentate entro ilprossimo 30 aprile.
Il programma IBM Global Entrepreneur selezionerà quattro startup finaliste per l’edizione 2015 di SmartCamp, che si terrà il 9 giugno a Milano presso Talent Garden.
Finora, su scala globale, le startup supportate dall’azienda hanno generato più di 95 milioni di dollari di finanziamenti da parte di venture capitalist e angel investor.
Security Startup Challenge 2015 è lanciato da Kaspersky Lab: si svolgerà attraverso una serie preliminare di workshop della durata di due giorni a Berlino, Gerusalemme, San Francisco, Singapore e Mosca; il gran finale avverrà al MIT di Boston.
Unilever Foundry, la piattaforma internazionale di Unilever, diventa punto d’incontro per favorire la collaborazione tra le startup, appena o già avviate, e 400 brand della multinazionale anglo-olandese per selezionarle come partner da promuovere nei loro settori di riferimento. Unilever apre il suo invito a tutte le startup italiane perché facciano il loro ingresso nella piattaforma.
Le startup e il rischio bolla nel mondo
Le startup rappresentano un volano e un’opportunità , ma l’altro lato della medaglia è il rischio bolla. Gli ultimi round di finanziamenti valutano Uber intorno ai 40 miliardi di dollari, Pinterest sale a 11 miliardi di dollari e l’applicazione mobile Snapchat è valutata 15 miliardi di dollari. Una vertigine di miliardi che non si vedeva dai tempi del crash delle dot-com nel 2000. Alcune startup potrebbero generare profitti, ma altre potrebbero consumare grandi somme di denaro e fallire. Quindici anni dopo la bolla di Internet, potremmo entrare in una nuova simile spirale? A inizio marzo il Nasdaq ha superato la soglia psicologica dei 5.000 punti, tornando ai massimi da 15 anni. Ma certi scenari da incubo potrebbero ripetersi.
A spingere queste valutazioni da vertigini sono Hedge funds e mutual fund, pronti a pagare cifre da capogiro, fra le 15 e le 18 volte le vendite prospettate nell’anno. Ma che il clima sia torrido lo dimostra il confronto con cinque anni fa, quando si pagava fra le 10 e le 12 volte le proiezioni dei ricavi.
L’anno scorso sono stati iniettati 59 miliardi di dollari nelle startup. Secondo PitchBook Data, la cifra più alta dall’era delle dot-com. 62 startup hanno ricevuto una valutazione da un miliardo di dollari: tre volte rispetto al 2013. Rispetto a 15 anni fa, il mercato in realtà è più sobrio e la maggior parte delle startup genera fatturati reali e crescono velocemente. Quello che accade è che le startup devono aspettare più a lungo prima di quotarsi, perché raggiungono il massimo valore fra l’ottavo e l’undicesimo anno. Pacific Crest è meno pessimista: un calo nell’arco di un triennio è fisiologico, ma non sarà drammatico. Un Tweet di settembre del venture-capitalist Marc Andreessen, già inventore del browser Netscape, potrebbe però essere profetico: prevede l’evaporazione di alcune eccessive valutazioni. ll tempo dirà chi aveva ragione.