Corriere Innovazione di Corriere della Sera – Il Comune si fa app

Corriere Innovazione di Corriere della Sera – 11 giugno 2015

Il Comune si fa app

Fare sistema Quello che manca ancora, dicono gli esperti, è una regia a livello nazionale

Un’esplosione di app sta cambiando, a livello locale, il modo di vivere dei cittadini. Ogni comune, ogni città si muove in modo autonomo e presto si porrà il problema di organizzare questa valanga di innovazione. Milano resta la città più smart d’Italia, quella con il più alto numero di startup. Per l’assessore al Lavoro e all’Innovazione Cristina Tajani «sono già oltre 70 gli operatori privati pronti a collaborare per fare di Milano la capitale italiana dell’economia condivisa». La «sharing City» in occasione dell’Expo si è pure inventata un’app per condividere i pasti a casa propria, una sorta di Uber della cucina a prezzi modici e con la sorpresa di ambienti e commensali non conosciuti. L’economia della condivisione domina le novità: presto arriverà anche lo scooter sharing sul modello di Car2go o Enjoy. Per il futuro, promette Tajani, le innovazioni più importanti «dovranno avere ricadute sul sociale». Un esempio importante è l’avvio di Prestiamoci, l’unica finanziaria autorizzata da Banca d’Italia per gestire un marketplace di prestiti tra persone: nata pochi mesi fa, la piattaforma conta oltre 500 «prestatori» che hanno messo a disposizione in media 4 mila euro a testa con rendimenti interessanti. Roma arranca ma qualcosa di nuovo riesce a mettere a segno. Come il progetto Qurami, finora utilizzato da 42 mila utenti in tutti i 15 municipi: quasi tutti gli ospedali e le Asl sono collegati in rete e da un telefonino il cittadino può effettuare una prenotazione di una prestazione medica evitando così le code. Con orgoglio l’amministrazione capitolina sottolinea di aver battuto l’annuncio fatto dal premier Matteo Renzi per avere il modello 730 in via telematica: dall’anno scorso tutti i 25 mila dipendenti del comune possono collegarsi nel sito «aziendale» dei cedolini e farsi scaricare la dichiarazione dei redditi aggiornata. L’innovazione digitale viaggia nelle città italiane facendo stupire i turisti. A La Spezia, per esempio, dove da una anno sbarcano a migliaia i passeggeri delle grandi navi da crociera, quando sali sull’autobus un cartello ti informa che il biglietto lo puoi fare inviando un sms a un numero dedicato. Nei comuni di Palermo e di Belluno si sta diffondendo con successo il Park Smart che ti informa, sempre tramite cellulare, sulla disponibilità dei parcheggi liberi in modo che il guidatore si può dirigere direttamente nella zona dove è sicuro di trovare un parcheggio. Oppure ecco Udine la cui amministrazione ha adottato un’app che consente alla comunità cittadina di segnalare disagi e disservizi (dal semaforo rotto alla buca) e rimanere aggiornata sulla risoluzione dei problemi. Nei piccoli centri di San Giorgio a Liri e Cassino (Frosinone), Lubriano (Viterbo), Mandela e Capranica Prenestina vicino a Roma è stato adottato il «ComunicaCity» per inviare ai cittadini e alle imprese tutte le novità, segnalazioni e aggiornamenti vari. Al Challenge di Forum Pa che si è svolto a Roma a fine maggio molte le proposte per tramutare in realtà le mille idee in zona spending review. Una startup ha ideato un sistema digitale per ridurre dell’80% la spesa per le elezioni amministrative che costano 400 milioni di euro. L’esplosione di tutta questa creatività avviene in modo casuale e random con l’effetto finale di confondere il cittadino che da un luogo all’altro vede cambiare modi e tempi di vivere la città. A questo problema si somma la politica del governo centrale che in questi anni si è mosso in modo ondivago con troppi stop-and-go come dimostra il caso dell’Agenda digitale il cui direttore generale è cambiato addirittura tre volte in tre anni. «L’Italia funzionerà davvero – sottolinea il presidente di Forum Pa Carlo Mochi Sismondi – se tutto si incastra e diventa sistema. A livello europeo siamo molto indietro ed è un peccato perché abbiamo le tecnologie e la fantasia. Quello che ci manca è una regia nazionale». Belle e innovative le best practise raccontate finora, ma resta l’Italia dei comuni.

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