Wired.it – Al Giffoni Experience si riparte dal digitale

Wired.it – 24 luglio 2015

http://www.wired.it/economia/start-up/2015/07/24/giffoni-experience-digitale/

Al Giffoni Experience si riparte dal digitale

Round table con alcuni degli esponenti più importanti del digitale in Italia per discutere di innovazione, opportunità, investimenti e formazione.

Il digitale è un’opportunità. Un’opportunità da cogliere in tutti i campi e in tutti gli ambiti; un’opportunità da cui ripartire e su cui puntare. È questo messaggio lanciato ieri al Giffoni Experience, di cui Wired è media partner.

È con quest’obiettivo, infatti, che Festival e Comune di Giffoni, con il sindaco Paolo Russomando, stanno lavorando alla Giffoni Multimedia Valley: una nuova realtà in cui i più giovani possano incontrarsi e confrontarsi sulle nuove tecnologie e sul digitale. I lavori sono cominciati lo scorso marzo e termineranno – hanno dichiarato Claudio Gubitosi, direttore del Giffoni, e Russomando – entro la fine dell’anno, per inaugurare la Valley a gennaio 2016. La round table di ieri, voluta ed organizzata dalla start-up Giffoni Innovation Hub, con il Ceo Luca Tesauro, non si è limitata a questo. Ha tracciato una linea decisa ed essenziale.

Con la moderazione del direttore di Wired Italia, Federico Ferrazza,sono intervenuti diversi ospiti che hanno raccontato la propria esperienza.

Il tema dell’incontro era, infatti, Digital Opportunities, le opportunità del digitale in Italia. Dalle startup agli investitori, da chi ha fatto della formazione il proprio scopo fino a chi ha trovato come reinvestire il digitale nel cibo e fare del proprio lavoro un esempio non solo in Italia, ma nel mondo. Digitale come innovazione, digitale come “realtà complementare“ (Giovanni Caturano).

Il primo a parlare è stato Elio Catania, presidente Confindustria Digitale, che ha sottolineato l’importanza di investire sul digitale.“Per ogni lavoro perso con internet, se ne creano quattro”. Si è poi rivolto agli altri ospiti affinché si facesse pressione al presidente del Consiglio Matteo Renzi per un Consiglio dei ministri ad hoc, atto ed interessato a parlare di digitale. “Se l’Italia non cresce o riesce a diminuire la propria disoccupazione” rispetto agli altri paesi europei “è perché non investe nel digitale”, così ha detto il presidente Catania. È partito così l’hashtag: #CdMdigitale1m, rilanciato dallo stesso Ferrazza su twitter.

Dopo di lui è toccato ad Agostino Santoni, Ceo di Cisco Italia:“internet viene utilizzato appena l’1%”. Se riusciremo a“convertire” l’industria italiana al digitale, ha detto Santoni, torneremo a crescere.

Andrea Galbiati, country manager di Asus Italia, ha raccontato l’esperienza della propria azienda che non si è fermata a “quello che sapeva fare“, e cioè componenti per computer e smartphone. Ma che è andata oltre. Si è rinventata, e ha rinvestito se stessa in qualcosa di nuovo. Quindi digitale visto ancora una volta come un’opportunità. Un’oppurtunità che però non sembra venire colta anche dalle imprese e dalla politica italiana.

Gianluca Dettori, presidente di DPixel, ed Enrico Gasperini, di Digital Magics, hanno introdotto per primi l’argomento della formazione: l’Italia, è vero, ha le competenze e la qualità per lavorare nel digitale; molti esperti del settore vengono dalla penisola. Ma manca, di fondo, una capacità imprenditoriale e di marketing. E mancano soprattutto gli investimenti: “in Italia siamo così indietro che, rispetto agli americani, investiamo 1/100 del nostro Pil nell’innovazione; 1/10, invece, rispetto ai tedeschi”.

Fabrizio Sammarco, Ceo di ItaliaCamp, ha ribadito l’importanza del Giffoni perché “ti fa vedere le cose dalla giusta prospettiva, ribaltandola”. E in questo senso ha parlato di “up-start”: “in Italia ci sono moltissime start-up, aprirle è facile, difficile però è renderle una realtà solita e consolidata”. “Non vorrei”, ha aggiunto “che gli startupper diventassero i nuovi disoccupati”.

Dall’effettività degli investimenti alla formazione e alle startup, fino a due realtà consolidate e importanti. Antonio Pirpan, Brand Manager di Optima Italia, ha raccontato l’esperienza positiva della propria azienda: una “vecchia startup”, come l’ha definita, “che si comporta ogni giorno come una nuova startup”. “Il segreto è semplificare”, ha spiegato. “Non facciamo niente di nuovo. Ma abbiamo ristudiato un modo migliore per vendere il nostro prodotto”.

Marco Gualtieri, Ceo di Seeds&Chips, ha parlato dell’importanza dell’agroalimentare e della necessità di digitalizzarlo il prima possibile. “Tra 10 anni, ci saranno un altro miliardo di persone sulla Terra. E tra quindici anni, un altro ancora”. L’Expo, ha detto,“può essere un nuovo rinascimento. Il tema di cui si parla è importantissimo”.

Dalla digitalizzazione dell’agroalimentare si è passati al settore dell’entertaiment, parlando delle possibilità concrete dell’industria videoludica in Italia. Thalita Malagò, segretaria generale Aesvi, ha riportato i dati di crescita dei videogiochi nella penisola, distinguendo tra “un’Italia dei produttori” e “un’Italia dei consumatori“. E sottolineando come quasi il 90% del totale degli investimenti derivi, in realtà, da autofinanziamenti. E solo nel 10% dei casi, invece, da privati e dalle Istituzioni. Vi è quindi la necessità di ripensare anche il modello di investimento italiano, a tutti i livelli, da rivolgere verso settori completamente nuovi: è la stessa cosa che ha detto Giovanni Caturano, responsabile diSpinvector, “azienda leader nel settore“.

Dai nuovi settori dell’entertainment fino alla formazione: Marco Savini, founder di Big Rock, Alessandro Rimassa, direttore Tag Innovation School, e Agnese Addone, responsabile Coderdojo Italia, hanno parlato proprio di questo. Ciascuno, forte delle proprie esperienza, ha spiegato come la formazione, a tutti i livelli, sia importante per permettere al digitale – e quindi all’innovazione – di svilupparsi. La Big Rock forma artisti, professionisti che, nel giro di poco tempo, vengono assunti dalle major hollywoodiane per lavorare agli effetti digitali dei film; la Tag Innovation School punta sulla formazione dei web developer, mente la Coderdojo (“attirando l’interesse delle Istituzioni”) insegna il digitale ai bambini.

Dunque l’occupazione rivista e ripensata nel digitale, investimenti più concreti e presenti, non solo dai privati ma pure da parte delle Istituzioni. E ancora: la formazione al marketing e all’impiego effettivo di risorse e capacità, passando per una semplificazione delle strutture e per un’istruzione, reale e necessaria, al digitale.

WordPress Lightbox Plugin
This site is registered on wpml.org as a development site.