La Repubblica – E con il mutuo social l’ultima sfida è alle banche

La Repubblica – 14 agosto 2015

ILCASO/CRESCONO I PRESTITI TRA PRIVATI SUI MERCATI DIGITALI

E con il mutuo social l’ultima sfida è alle banche

di Livia Ermini

SE LA BANCA dice no, adesso c’è il social lending. Sempre più italiani si stanno convertendo al prestito on line tra privati: in tempi di sharing economy non c’è più bisogno di rinunciare alla vacanza last minute o al dentista. Se gli istituti di credito serrano i cordoni della borsa, arriva in soccorso il web. Nel 2025, secondo
una ricerca di Pwc, multinazionale di consulenza finanziaria, il prestito sociale raggiungerà nel mondo il valore di 150 miliardi di dollari.Già alla fine di quest’anno il volume d’affari triplicherà rispetto agli 11 miliardi di dollari del 2014. Un fenomeno dirompente, che darà filo da torcere ai tradizionali canali di finanziamento.
Il social lending fa incontrare chi ha bisogno di denaro e chi lo vuole far fruttare. La piazza dello scambio è internet: un algoritmo processa i profili degli utenti e li mette in contatto. Perché prestare i propri soldi a chi li chiede sul web? Semplice, perché conviene: grazie all’assenza di un intermediario tradizionale i guadagni sono piuttosto appetibili. In Italia il social lending è regolamentato e vigilato dalla Banca d’Italia e gli operatori sono iscritti all’albo degli istituti di pagamento. Chi concede il prestito è garantito dal fatto che la somma – e il relativo rischio di insolvenza - viene spalmata su 50 diversi debitori. In caso di mancato pagamento si ricorre al recupero crediti o si accede ad un fondo di garanzia per i risarcimenti.
In Italia gli operatori di social lending sono due: Smartika e Prestiamoci.
Il primo offre una percentuale di rendimento medio del 5,5% (al netto di commissioni e dinsolvenze) chepuò arrivare fino al 10. Il secondo utilizza tre profili di rating. Si possono investire anche cifre modeste, a partire da 100 euro.
«Ho iniziato con 20 mila euro – racconta Marco, cliente di Smartika – quando sembrava che i prodotti finanziari classici non producessero più nessun guadagno. Mi sono trovato a un bivio: buttarmi o mettere i soldi sotto il materasso. L’anno scorso ci sono stati ritardi nei pagamenti delle rate che dovevo riscuotere, ma poi sono riuscito a compensare». Il social lending conviene soprattutto a chi ha bisogno del prestito, visto che il tasso di interesse è inferiore di circa 25% a quello praticato dalle banche e le cifre che si possono ottenere sono di tutto rispetto, da 5 mila a 25-30 mila euro. «Il 70-80% di chi presta ha una buona conoscenza del settore investimenti», spiega il presidente di Smartika, Maurizio Sella, «chi chiede soldi lo fa per consolidare i propri debiti, per spese mediche improvvise o per l’acquisto di auto e moto». E mentre negli Usa il colosso del settore Lending Club è già stato valutato 8 miliardi di dollari in Borsa, in Italia finanziarie e fondi di investimento stanno annusando il mercato studiando proprie piattaforme per cavalcare il fenomeno e non farsi disarcionare.

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