BELTEL – July/August 2012
BELTELONLINE.COM – 26 July 2012
http://www.releasemagazine.it/tecnologia/la-rivoluzione-della-musica-digitale/
Oggi il digitale sta diventando sempre più il garante di questo diritto dei musicisti proprio perché, crescendo, riesce a garantire loro l’indipendenza. È una verità che i dati di vendita rendono inconfutabile. Si registra la presenza di player della musica digitale all’inizio del 2012 in 58 Paesi, solo 12 mesi prima era la metà .[1]
La musica digitale è una delle principali voci di revenue delle case discografiche e ormai la penetrazione della banda larga, anche in zone come l’America Latina e l’Asia, è in aumento. Dati che, associati alla penetrazione degli smartphone, fanno pensare che in pochi anni la musica aumenterà i suoi ricavi in modo esponenziale nel digitale proprio in quelle aree. Non dimentichiamo che a tutto ciò si associa l’aumento costante dei Tablet che stanno rivoluzionando l’accesso ai contenuti, mettendo in discussione delle regole che, sul web, sembravano ormai acquisite.
Un esempio su tutte quella sulla fruizione dei contenuti che fino a poco tempo fa erano poco valorizzati e spesso sottovalutati, quasi sempre illegali e con esperienze per l’utente molto scadenti. Questa onda lunga di rinnovamento sta facendo rinascere molte delle logiche del web, dando spazio a nuovi modelli per la distribuzione. Sì, perché a differenza di quello che si sarebbe potuto immaginare, le record company hanno saputo reagire in modo costruttivo a una situazione di cambiamento. E facendo tesoro di alcune delle esperienze dei primi anni “digitaliâ€, oggi hanno capito che si devono trovare soluzioni che rendano la musica un bene accessibile, quasi un diritto di tutti, mantenendo però il controllo, perché la pirateria non può essere una soluzione e perché assieme alla libertà degli utenti va salvaguardata anche quella degli artisti. Sembra banale, ma senza la libertà non esisterebbero capolavori come “The Wallâ€Â dei Pink Floyd, o non sarebbe stato possibile per gli U2 denunciare la terribile e sanguinosa domenica (30 gennaio 1972, ndr) a Derry in Irlanda del Nord (Sunday Bloody Sunday, album War, 1982ndr).
Le case discografiche e con loro le etichette indipendenti si sono focalizzate su come favorire modi competitivi e sostenibili per la distribuzione, cercando modelli innovativi e provando a reinterpretarne alcuni. L’idea era quella di innovare anche più degli stessi “siti pirata†dando un prodotto di qualità con cui non si sarebbe potuto competere. Hanno quindi accantonato l’idea di porsi come “carabinieri†e si sono lanciati nella sfida.  SingRing – startup dell’incubatore milanese Digital Magics – ha interpretato a pieno questo nuovo corso e ha saputo tradurre un disagio di molti dei cosiddetti “piratiâ€, trovando una soluzione che avrebbe potuto ripagare e creare un mercato legale, per valorizzare l’arte, pur dandone accesso a tutti. Del resto dalla televisione commerciale degli anni Ottanta abbiamo imparato che non sempre i modelli free equivalgono a mancanza di ricavi, e oggi, come allora per i film, prima di tutto esiste l’esigenza da parte degli utenti di accedere alla musica, non tanto di possederla. Vogliamo poterla postare, condividere, commentare, embeddare e sì, a volte anche solo ascoltare. Magari associando anche le immagini per poter rivivere un momento. Non è vero, infatti, che i giovani non sanno comunicare, lo fanno solo in modo diverso e sono sempre alla ricerca di nuovi strumenti. Le esigenze sono cambiate è innegabile, ma i grandi concerti degli anni ‘70 e ‘80 soddisfacevano le stesse necessità dei giovani di oggi, ma in modo diverso. Un dato interessante di SingRing è che solo il 50% degli utenti vede le nostre clip fino alla fine, questo perché sono alla ricerca di sensazioni che solo la musica e in particolare i video sanno rievocare. Per rivivere un attimo o una particolare situazione bastano poche note e poche immagini e già si è in un luogo e in un tempo lontani.
Oggi l’accesso alla musica è il vero “Blue Ocean†a differenza del possesso, che è solidamente nelle mani di Apple con iTunes. Per questo SingRing ha deciso di concentrarsi precisamente su questa parte del mercato. La nostra è una piattaforma sicura che permette a tutti gli editori, grandi e piccoli, di avere videoclip, testi e karaoke, in modo legale e semplice. Vogliamo liberare la musica perché la legalità permette di rientrare nel circolo pubblicitario virtuoso, quello di serie A che è certificato e che viene sempre valorizzato al meglio. Del resto la vendita di pubblicità sui video cresce del 70% e il 68% delle aziende aumenterà i propri investimenti sui video online nel 2012.[2] SingRing lavora per allargare sempre di più il mercato e per dare anche ai piccoli editori web la possibilità di guadagnare pubblicando contenuti prima inaccessibili, ma soprattutto per assicurare che tutti possano vivere di musica e vivere la musica nel pieno rispetto dei diritti.
SingRing è nata nel 2009 e ha lanciato una grande idea innovativa sul mercato, puntando a creare valore sulla musica legale a 360° per gli editori e valorizza i siti che entrano nel network con i video ufficiali, lyrics, karaoke, applicazioni, widget, informazioni sugli artisti, giochi a tema musica. Con SingRing nasce un nuovo network musicale cross editoriale che dà : ai publisher e alle record company la possibilità di trarre valore aggiunto dalla musica online, agli inserzionisti l’opportunità di raggiungere un target molto interessante su una piattaforma premium completamente pianificabile e agli utenti la possibilità di fruire di un’esperienza totalmente innovativa grazie ai nostri contenuti di qualità . Il network di SingRing, leader in Italia, supera i 4,6 milioni di utenti unici al mese, oltre il 58% del mercato lyrics.
Del resto le parole hanno saputo distruggere e creare grandi cose, ma un articolo, pur bello che sia, vive qualche giorno, un testo di una canzone può essere immortale, o almeno finché ci sarà qualcuno che avrà voce e talento per cantarlo.
Luca Messaggi, CEO SingRing
[1]Â Fonte: Digital Music Report 2012. IFPI.
[2]Â Fonte: Break Media Digital Video Study 2012